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Meno Strade = Meno Traffico

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Meno Strade = Meno Traffico
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7 Novembre 2017

Caro Direttore, ai tempi degli studi intrapresi una ricerca su di una tematica purtroppo in Italia sempre attuale: la costruzione di più strade favorirebbe la diminuzione del traffico?

Prendendo come esempi alcuni dati statistici di altre città mondiali arrivai ad una conclusione: più strade portano più traffico. Ovverosia il fenomeno del traffico indotto.
J.J. Leeming (ingegnere del traffico) descrisse tale fenomeno già nel 1969:
Nuove strade a scorrimento veloce, circonvallazioni e tangenzialine anziché diminuire il traffico lo aumentano nei seguenti modi:
– inducendo persone ad effettuare nuovi spostamenti che altrimenti non avrebbero intrapreso
– facendo deviare le persone dal loro percorso abituale facendoli deviare verso la nuova strada che inizialmente risulterebbe più pratica e diretta
– l’effetto che si ottiene sulle cittadine limitrofe è il seguente:
* paesi che si trovano a gestire una moltiplicazione delle auto in circolazione in quanto tali paesi si trovano a margine delle nuove strade e quindi improvvisamente diventano snodi di diramazione del traffico.
* tali paesi prima si trovavano a margine delle rotte di spostamento e quindi l’effetto che si ottiene costruendo nuove strade si riduce in un semplice spostamento geografico del traffico.
* l’effetto zonizzazione: la costruzione di una nuova strada innesca sempre un processo di urbanizzazione lungo il suo percorso in quanto la realtà prima agricola/boschiva diventa accessibile in modo facile e veloce.
Solitamente questa urbanizzazione è selvaggia (siamo in Italia) e tale azione comporterà un aumento del traffico anche in una zona in cui prima non ne presentava affatto. L’aumento del traffico per una semplice logica consumistica richiederà la costruzione di nuove strade….a questo punto il loop suicida si è innescato.
A questo proposito si fa sempre riferimento alla M25 di Londra. Una circonvallazione che innescò il suddetto loop.

A questo punto si sfocia nel paradosso matematico di Braess che si basa sulla teoria dei giochi non cooperativi di Nash: meno strade = meno traffico.
Il paradosso dice:
“Per ogni punto di una rete stradale, siano dati il numero di auto che la percorrono e la loro destinazione. Note queste condizioni, calcolare la distribuzione del flusso automobilistico. La convenienza di una strada non dipende semplicemente dalle sue caratteristiche ma anche dalla densità del traffico. Se ogni singolo guidatore opta per il tragitto che giudica più conveniente per lui, il tempo di percorrenza che ne risulta non è conseguentemente inferiore. L’esempio illustra come un ampliamento della rete stradale possa causare una redistribuzione del traffico che implichi singoli tempi di percorrenza più lunghi.”

Partiamo da un concetto molto semplice: il traffico delle ore di punta è visto come un gioco non cooperativo. Ogni guidatore pensa ad ottimizzare il suo percorso, i suoi costi, la sua durata del viaggio senza nessuna forma di cooperazione.
Se si tracciassero i singoli spostamenti dopo una serie di ripetizioni si raggiungerebbe una sorta di stabilità, di equilibrio, quello che viene chiamato l'”equilibrio di Nash” (dal matematico premio Nobel John Nash).
Il concetto è il seguente: se si riesce a convincere ogni guidatore che cambiare strada non fa risparmiare tempo, tutti continueranno a utilizzare la stessa strada. In questo modo il tempo di percorrenza si manterrà uguale per ogni guidatore nel sistema.

Questo tipo di scenario può essere paragonato a una sorta di decisione collettiva frutto di una serie di scelte individuali. Esiste la possibilità di diminuire il tempo di percorrenza totale di tutti i guidatori considerati globalmente ed è quello di seguire uno schema collettivo di ottimizzazione del traffico ma il problema è che chi pensa solo a risparmiare il proprio tempo non può tollerare la possibilità che anche altri guidatori riescano a raggiungere più velocemente le proprie destinazioni.
In questo caso si verifica l’equilibrio di Nash in cui la somma totale di tutti i tempi di percorrenza singoli è maggiore di quella che potrebbe essere se gli attori che prendono parte al gioco non effettuassero le scelte pensando solo a sé stessi.

Nella costruzione di una nuova strada si innesca lo stesso fenomeno. Inizialmente risulta conveniente. Questa convenienza la fa preferire inizialmente come via di comunicazione. L’azione di costruire una nuova strada quindi sembrerebbe una scelta vincente.
Ben fatto! Questo apparente vantaggio innesca un sempre più alto numero di guidatori nel scegliere la nuova via. Dopo un breve tempo si raggiunge l’equilibrio di Nash.

Se vi volete divertire in una lettura vi consiglio questo link:
https://motherboard.vice.com/it/article/kb39ba/la-matematica-dimostra-meno-strade-corrispondono-a-meno-traffico

Tutto questo per dire che è giunta l’ora di cambiare la testa se vogliamo liberarci dalla morsa mortale del traffico in pianura padana. La soluzione non è fare più strade, la soluzione è obbligare a non dover utilizzare l’auto altrimenti anche la pioggia (sempre più rara) non basterà più per lavare via un’aria ormai tossica e malsana.

Concludo con una domanda: qualche assessore lombardo avrà mai letto tali studi sulla mobilità prima di avallare la costruzione di autostrade costosissime e mai finite? Dubito. Dubito seriamente.

Felice Griffi
Tradate

Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da gcolombo

    Sì, sì, certo.
    Secondo la matematica, va da sè, zero strade = zero traffico!!!

    Potrebbe essere una proposta, smantelliamo l’intera rete stradale italiana e PUFF, spariti tutti i problemi di traffico.

    Ogni tanto è meglio usare il buonsenso anziché la matematica…

    1. Avatar
      Scritto da Felice

      Esatto…il buonsenso di costruire una autostrada che rimane vuota. Non il buon senso di potenziare la rete di trasporti pubblici.
      Lei ha smontato un serio e autorevole studio che ha avuto applicazioni pratiche in molteplici paesi nel mondo semplicemente buttandola sul ridicolo.
      Grazie….

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