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“Non cacciatori, i soli a rivendicare lo spazio che ci spetta di diritto”

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11 Aprile 2011

Agli amici Lettori di ‘Varesenews’,
ricordate il mio articolo del 4 marzo u.s., che risultò poco ‘digeribile’ a parecchie persone, nel quale chiedevo di far rispettare il dettato dalla normativa regionale in materia ed esortavo la Provincia di Varese, nella fase di revisione del Piano Faunistico attuale, a considerare l’effettiva superficie di Territorio Agro Silvo Pastorale realmente disponibile nonché l’abnorme percentuale di territorio sottratto all’attività venatoria che va molto aldilà (44% dice la Provincia, più del 50% sosteniamo noi Associazioni Venatorie) della prospettata estensione massima ?
Ebbene, ho molto apprezzato quanto è scaturito dall’Assemblea della Confagricoltura di ieri e la forte denuncia che ne è scaturita rivolta a tutti coloro che il territorio agricolo hanno, a vario titolo, fagocitato in questi ultimi decenni.
Mi spiace che gli amici agricoltori non abbiamo voluto invitare anche le Associazioni Venatorie al loro consesso; sicuramente non sarebbe mancata la nostra totale solidarietà e la nostra co-denuncia, decisa e coraggiosa, per far capire a tutti che nemmeno un centimetro ulteriore di terreno naturale deve essere ceduto alla speculazione edilizia o di altro titolo come la continua erosione di territorio, che ingiustificatamente e subdolamente continua, mascherata da Piano di Governo del Territorio (un bel nome per nascondere e favorire la speculazione), da pista ciclabile (una scusa ‘ecologica’ per tanto altro spandimento di cemento), da strutture sportive e da tante altre realtà che sono sotto gli occhi di tutti.
E allora cosa fare ? Non posso che ripetermi; è necessario procedere a previsioni regolamentari inequivocabili, chiare e ben definite che statuiscano, a livello provinciale, indicazioni e vincoli chiari per tutti gli Enti (soprattutto Comuni e Parchi) e che sanciscano, inderogabilmente, la necessità e l’obbligatorietà di non toccare le superfici naturali ed agricole rimaste minimizzando o eliminando le aree a parco naturale vero e proprio dalle altre aree che ne costituiscono la parte maggiore. La Provincia non può più eludere al proprio ruolo di coordinamento sovra-comunale e deve quindi preoccuparsi di promuovere ed avviare concretamente, in una logica di visione comune del bene territorio, la revisione delle zonizzazioni dei Parchi e quindi dei Piani Territoriali di Coordinamento che ne costituiscono la pratica attuazione. Nel contempo, sempre nell’ottica della limitazione dei danni all’agricoltura, si deve finalmente affrontare anche la problematica del controllo della selvaggina nelle aree a parco naturale e nelle riserve naturali dove, pur mantenendo fermo il concetto di divieto generalizzato di attività venatoria, si deve iniziare quell’attività di gestione faunistica reale operando per abbattimenti di contenimento o di selezione di specie particolarmente difficili da gestire altrimenti o dannose per l’agricoltura e per l’ambiente naturale (cinghiale, ungulati, corvidi, nutrie,….).

Luigi Roi Presidente Federcaccia Varese

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