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Non rispettare le regole è una regola in Italia

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18 Aprile 2011

Egregio direttore,
Il progredito NORD è in “pole position” in merito agli incidenti sul lavoro e, fra le varie regioni, spicca la Lombardia. Con amarezza si deve rilevare che, riguardo all’Aprile dello scorso anno, l’incremento è del 25%.
I morti sul lavoro sono un tema ricorrente capace di infiammare gli animi per la durata di un fuoco di paglia e, in quel contesto, si ha l’impressione che finalmente si prenderanno i giusti provvedimenti per scrivere la parola fine. Disgraziatamente, in breve, si ritorna tutti nel torpore sino alla prossima drammatica sveglia e, nel frattempo, le cose peggiorano.
Dai parametri che si possono ricavare dalla cassa integrazione non abbiamo avuto variazioni che potessero giustificare, anche solo in parte, l’aumento degli incidenti sul lavoro; questo significa, unicamente, che si sono disattese tutte la procedure che sapessero offrire maggiori sicurezze e garanzie.
Non rispettare le regole è diventata una regola nel nostro Paese anche grazie ai modelli che arrivano da chi dovrebbe essere d’esempio e si comporta peggio degli altri.
Spendere di meno per guadagnare di più è la logica che giustifica, i disonesti, a risparmiare sulla sicurezza di chi lavora certi del fatto che, alla fine, c’è sempre la legge opportuna, l’amnistia o il processo breve che li assolverà dalle loro responsabilità e gli permetterà di farla franca alla faccia delle sofferenze di chi deve subire un lutto che, volendo, si poteva evitare.
Come al solito gli imprenditori onesti (fessi per i furbi) presentano appalti che contengono anche i costi per garantire la sicurezza, mentre i disonesti (intelligenti per i furbi) non li considerano e possono presentare costi inferiori. Morale della favola i disonesti passano per onesti grazie ai prezzi che applicano mentre gli onesti risultano speculatori.
Se non torniamo a pretendere il rispetto delle regole e controlli severi che portino alla certezza della pena non riusciremo a vincere questa ingiustizia.
Una luce di speranza si è accesa con la sentenza thyssen; speriamo non arrivi il solito furbetto che, ancora una volta, trovi il modo per eluderla.

Vilma Borsotti - Consigliere Provinciale - "Italia dei Valori-Lista Di Pietro"

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