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Odessa non dimentica, Donbass resiste

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5 Maggio 2015

Egregio direttore,

è passato un anno da quando i nazisti ucraini di Pravy Sektor perpetrarono l’eccidio di Odessa, dando l’assalto alla Casa del Sindacato dove si erano barricati gli indipendentisti della Repubblica Popolare di Donetsk. Quell’eccidio, che è costato più di 50 morti e 160 feriti, ha segnato un punto di non ritorno nella guerra civile scatenata in questo paese dell’Europa orientale dalle potenze occidentali del blocco imperialista euro-americano, cui spetta la responsabilità storica, politica e morale di avere scoperchiato il vaso di Pandora dei conflitti etnici e nazionali con il colpo di Stato che ha condotto al rovesciamento del legittimo governo di Yanukovich e all’instaurazione, in funzione anti-russa, di un governo di tipo nazista sostenuto dalla NATO, ossia dal braccio armato degli USA e della UE. È doveroso osservare che gli errori della guerra imperialista per interposto Stato e tramite sovversione interna, dopo la Jugoslavia, l’Iraq, l’Afghanistan, la Libia e la Siria, stanno di nuovo avvicinandosi al cuore di un’Europa, la cui opinione pubblica sembra del tutto incapace e di comprendere il pericolo mortale che la sovrasta e di reagire in modo adeguato e conseguente, intossicata e cloroformizzata come è dai ‘mezzi di distrazione di massa’, dalla macchina della menzogna, della mistificazione e dell’ipocrisia che lavora al servizio delle classi dominanti.

Si è così dovuto assistere ad un ‘replay’, in terra ucraina, dei cupi e terrificanti scenari della guerra civile condotta dal fascismo e dal nazismo negli anni Venti e Trenta del secolo scorso, quando il sovversivismo delle classi dominanti operò non solo a livello interno ma a livello internazionale, dando spazio e legittimazione alle squadracce nere e alle camicie brune in funzione anti-operaia ed anti-bolscevica. Le immagini trasmesse in diretta,  che vedemmo sulla Rete, erano infatti raccapriccianti per la ferocia e la disumanità esibite dai nazifascisti ucraini, i quali agirono, ancora una volta, con le spalle ben coperte dalla coalizione imperialistica occidentale, cui deve la sua costituzione il governo-fantoccio presieduto dall’oligarca Petro Poroshenko e gestito dal nazionalista Arseni Yatseniuk, prontamente riconosciuti dal loro omologo italiano Renzi. Queste immagini mostravano alcuni ragazzi che, a causa dell’incendio appiccato alla sede sindacale dalle squadracce di Pravy Sector, non avevano resistito al fumo e al calore intenso e si erano lanciati dalle finestre per cercare una via di scampo. Distesi a terra privi di sensi, essi venivano bastonati selvaggiamente dagli squadristi di piazza Majdan, mentre i pochi che si erano salvati restando all’interno del palazzo venivano finiti senza pietà dagli amici di Washington e di Bruxelles.

Sennonché occorre riconoscere che il massacro che si sta consumando in Ucraina tra i nazionalisti ed i nazifascisti, da una parte, e gli indipendentisti ed i comunisti, dall’altra, non impressiona particolarmente l’Occidente imperialista, il quale, pur di attuare il suo programma di dominio mondiale, non esita né a finanziare ed armare le bande islamo-fasciste di tagliagole e di crocifissori che imperversano, torturano, brutalizzano e spargono fiumi di sangue, ieri in Libia e oggi in Siria, né a formare giunte golpiste in cui far convivere i seguaci dell’ultra-nazista ucraino Stepan Bandiera, gli sciacalli filo-americani, i nazionalisti di ispirazione più o meno fascista e, come condimento ed ornamento di questa spazzatura della storia, qualche ‘utile idiota’ democratico. In base a quanto si è potuto apprendere dalla corrispondenza violata del generale NATO, Anatoliy Petrenko, è noto che la Casa Bianca mira ad installare una sua base ad Odessa e ad utilizzare l’Ucraina per proiettarsi su scenari multipli, dal Mar Nero all’Afghanistan, a tutta l’Eurasia, in modo da tenere sotto tiro il Cremlino, minacciandolo da ogni lato del suo vasto territorio. L’effetto che questa strategia di dominio mondiale ha generato è l’alleanza economica, politica e militare tra la Cina e la Russia, le quali si apprestano ad attuare nel Mediterraneo una serie di manovre navali congiunte. Ancora una volta, il fascismo e la guerra sono le carte che la borghesia imperialista non si vergogna di giocare contro i paesi e i popoli che resistono alle sue sovversioni ed aggressioni, quando sono in gioco, come accade nel contesto della crisi economica mondiale e della conseguente ristrutturazione delle gerarchie fra le potenze determinata dall’ascesa della Cina, gli interessi economici e politici che essa borghesia considera come vitali e irrinunciabili. Infine, per quanto riguarda i criminali responsabili della strage di Odessa, vi è solo da augurarsi che costoro non restino impuniti e che siano giudicati come meritano sia dal tribunale della storia sia dal tribunale dei popoli.

Eros Barone

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