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Papa Giovanni patrono dell’Esercito? “Noi siamo Chiesa” dice no

Religione
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14 Settembre 2017

Il vescovo delle Forze Armate Mons. Santo Marcianò ha consegnato al capo di Stato maggiore dell’esercito italiano Danilo Errico la “bolla pontificia” con cui il Card. Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti, ha  decretato  che papa Giovanni sarà il patrono dell’Esercito italiano.

Il “complesso” militare-clericale , che da venti anni  si è organizzato per raggiungere questo obiettivo con il contributo dei vescovi  militari e, in particolare, del Card. Angelo Bagnasco (già generale di Corpo d’Armata), ha raggiunto i suoi scopi. Essi sono  quelli di dare “copertura” pastorale e mediatica a strutture che di evangelico non hanno niente e che sono in aperta contraddizione con i messaggi di pace con cui papa Francesco interviene tutti i giorni  sugli scenari di guerra, reali e potenziali, dello scenario internazionale.

Il papa della “Pacen in terris”, della mediazione nella crisi dei missili dell’ottobre 1962, il papa del Concilio e della “Gaudium et Spes”, il papa che ha posto le premesse per una radicale scelta cristiana a favore  della nonviolenza, viene usato per dare credibilità alle politiche  delle “guerre umanitarie” e dei “bombardamenti intelligenti”, come quelle recenti praticate anche dalle Forze armate italiane in Kossovo (1999), in Afghanistan (2001), in  Iraq (2003) e in Libia (2011).

Non possiamo che manifestare il nostro radicale  radicale dissenso, tanto più doloroso e significativo se questa “bolla” è stata condivisa, magari obtorto collo,  da papa Francesco.

Il Presidente di Pax Christi Mons. Giovanni Ricchiuti ha espresso con efficacia la posizione dell’ala pacifista del mondo cattolico che è stata sorpresa e sconcertata. Ci chiediamo perché i vescovi italiani siano stati, come sembra, del tutto ignorati dal Vaticano nel prendere questa decisione che ad essi,   secondo logica, avrebbe dovuto eventualmente spettare. E’ questa la riforma della Curia romana che si vuole fare?

Ci chiediamo poi che senso abbia un patrono dell’esercito italiano (marina ed aviazione sono escluse?) a fronte di possibili patroni celesti di altri eserciti, magari destinati su questa terra a combattersi. Ci viene alla mente la logica perversa dei soldati italiani che durante la Grande Guerra, in nome del Re e del loro Dio cattolico, sul Carso combattevano gli austriaci che vi si opponevano  in nome del loro imperatore e del loro “diverso” Dio cattolico  .

Pensiamo/speriamo che questa situazione non passi sotto silenzio nel mondo cattolico italiano, che non sia ovattata  con belle ed ipocrite parole

Emilio Vanoni “Noi siamo chiesa” Varese

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