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Passando per via Montenapoleone

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17 Agosto 2011

Qualche tempo fa, trovandomi a Milano, non ho potuto evitare di passare per via
Montenapoleone. Una certa fauna s’incontra anche in altri luoghi della città, ma
qui si trova a un grado di concentrazione superiore e in perfetta congruenza con
l’ambiente, dall’architettura dei palazzi alle vetrine. Più che gli abiti, i foulard, le
scarpe ecc., erano le facce a colpire: l’abbronzatura permanente, le capigliature che
sembravano appena uscite dalle mani e dal phon dell’acconciatore, i lineamenti
regolari, inespressivi, gli occhi duri e vuoti… E immancabili, gli accattoni… Non
il nuovo mendicante, il giovanotto che ti chiede un euro per farsi il panino; bensì,
a comporre, anche qui, la perfetta simbiosi secentesca di opulenza e mendicità,
il prototipo abietto, che frigna, ostenta il moncherino, si raccomanda alla pietà e
promette preghiere… Impulso immediato: prendere un bastone e romperlo sulla
schiena degli accattoni, dando per scontato che i ricchi sono semplicemente da
spedire ai lavori forzati.

Orbilius

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