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Per correre si va a Monza

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11 Aprile 2007

Egregio direttore
so benissimo che il mio intervento creerà polemica e mi porrà nella schiera dei cinici, ma quando leggo certe cose non riesco a tacere e credo sia ora di essere meno ipocriti e più realisti.

L’incidente di Via Piave/Magenta è tutto da chiarire soprattutto per ciò che riguarda la responsabilità di borchie e affini con i traumi subiti dalla giovane vittima. Tralasciamo però la cronaca e, illuminati dalle discipline della scienza e della fisica, limitiamoci ad analizzare i fatti.

Vi sembra lecito pensare che in via Magenta in ore di pieno traffico un impatto a modesta velocità possa causare traumi, sganciare un casco e scagliare la moto a oltre trenta metri? A bassa o moderata velocità lo scambio energetico in gioco è ridotto e come tale anche le conseguenze.
Stessa considerazione per gli “n” incidenti motociclistici degli ultimi giorni. In taluni casi le colpe non sono solo dei centauri anche se, come si diceva poco fa, l’elevata velocità aumenta le energie in gioco e, quindi, anche le dirette conseguenze.

Faccio il soccorritore e troppo spesso vedo motociclisti sdraiati a terra, nella maggior parte dei casi poi arriva l’amico e il ben informato di turno che descrive il malcapitato come uno prudente, che andava piano che non
faceva azzardi. Poi si scopre che in una via del centro vengono abbondantemente superati i cento chilometri orari, oppure che sui primi rettilinei per entrare in A8 si circola e si “piega” a duecento.

Ma qualcuno ha mai osservato un’auto dopo un impatto a 80 chilometri orari? Quanto si deformano le lamiere? Parecchio e spesso intervengono i vigili del fuoco a tagliare e piegare. Bene, un motociclista a 80 chilometri orari impatta con il suo corpo anziché con le suddette lamiere. E’ così difficile immaginare la pericolosità di certi gesti?

Attenzione perché poi il popolo dei centauri dirà sempre che andava piano e che, se anche una volta è scappata la mano sul gas, ci sono ostacoli pericolosi. Ma in città si va piano! In città sarebbe ipocrita eliminare ostacoli perché sono pericolosi per le moto… se le moto non fanno i cento all’ora in via Piave le borchie di metallo non sono pericolose e i caschi non si sfilano. Se le curve in A8 si fanno a 200 chilometri orari e oltre… i pali diventano un pericolo…ma signori non siamo in pista! Le vie di fuga sono generalmente calcolate in base al potenziale pericolo in oggetto: per correre si va a Monza.

Lettera firmata

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