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Contro il più corrotto dei sistemi

bica salvatore borsellino
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21 Marzo 2018

Il 19 luglio del 1992, il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta, muoiono nel feroce attentato di via d’Amelio. Due mesi prima a maggio, Giovanni Falcone e i suoi angeli custodi a Capaci, furono barbaramente fatti saltare in aria in autostrada al ritorno dall’aeroporto di Palermo. Con queste due atrocità, il paese sembrava essere schiacciato da un destino ineluttabile, il potere della mafia. Da quel momento ci fu una reazione immediata senza precedenti: manifestazioni a Palermo, le donne fanno sciopero della fame a piazza Politeama, gli 8 sostituiti procuratori di Palermo danno le dimissioni e alcuni latitanti furono scovati e condannati al carcere duro. Da quell’anno orribile, tanta strada è stata fatta ma oggi 21 marzo l’ Italia nella Giornata per le vittime della Mafia non dimentica.
L’ Italia da qualche anno ha capito i suoi errori: non combatte più la mafia con generali senza esercito ( Falcone e Borsellino) e con eroi solitari, ma con una risposta diffusa, costante e crescente. Chi lotta ogni giorno contro le mafie non deve sentirsi solo, acquisisce forza e energia raggiungendo l’ invincibilita’, se un numero crescente di persone gli è vicino in questa guerra. Fabrizio Moro in una canzone del 2007 cantava: “Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine, appunti di una vita dal valore inestimabile Insostituibili perché hanno denunciato il più corrotto dei sistemi troppo spesso ignorato…Ci sono stati uomini che sono morti giovani, ma consapevoli che le loro idee, sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole, intatte e reali come piccoli miracoli Idee di uguaglianza idee di educazione, contro ogni uomo che eserciti oppressione, contro ogni suo simile contro chi è più debole, contro chi sotterra la coscienza nel cemento”. Oggi è compito di noi tutti ribadire l’indignazione e la solidarietà a chi ha sacrificato la propria vita contro “il più corrotto dei sistemi”.

Andrea Zirilli

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