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Presa in giro referendaria

Referendum costituzionale
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9 Dicembre 2016

Egr. direttore,
la modifica della Costituzione ed il relativo referendum sono stati trattati esattamente come si tratta una nuova marca di patate da lanciare sul mercato ed imporre ai consumatori. La campagna SI/NO pre referendum è stata esattamente uguale a quelle di qualsiasi altro brand: non si è parlato dell’oggetto ma dei sogni o degli incubi che esso può generare, delle conseguenze che un sì o un no potrebbero avere sulla classe politica, si sono fatte le promesse più strampalate.
Il post referendum? Idem. Le analisi politiche con cui ci stanno martellando in questi giorni sono identiche a quelle che finiscono sul tavolo di qualsiasi società dopo il primo periodo di vendita di un nuovo prodotto. Non riguardano la validità del prodotto (quella la conoscono benissimo), riguardano la bontà dei messaggi pubblicitari ed il perché in qualche posto abbiano funzionato ed in tanti altri no.
All’inizio ero meravigliato dal fatto che nessuno cercasse di parlare ai cittadini che avrebbero potuto decidere il loro voto basandosi sulla lettura del testo e pensandoci un po’ sopra. Poi ho capito: lassù dove si puote la pensano come il Duce: chissenefrega! E, se pensano così, vuol dire che siamo rimasti veramente in pochi.
Deludente vero?

Con i miei migliori saluti.

Gelo

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