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Sano pragmatismo o sogno ad occhi aperti?

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13 Giugno 2018

Ho già rilanciato un’idea balzana che come ogni tanto mi capita, generata dalle mie elucubrazioni notturne, e si non so come fermare il cervello, ma questo problema di un immigrazione fuori controllo DEVE essere risolto e io la butto lì.

Vabbè, andiamo al dunque, le nostre aziende agroalimentari, agricole, ma anche di altri settori necessitano in periodi specifici dell’anno manodopera non propriamente specializzata, vendemmie, raccolta frutta, produzioni natalizie ecc….

La mia idea è la seguente, invece di continuare a generare veri e propri campi di detenzione sulle coste nord africane, perché l’Europa ed è un problema che hanno altre nazioni, non crea delle aree di reclutamento risorse umane che soddisfano queste richieste? Una sorta di agenzia interinale europea dove tutte le offerte di lavoro potrebbero essere direttamente comunicate agli addetti di tali società che fanno un recruiting tra le anime disponibili, con numeri certi e non unidirezionali.

Il risultato potrebbe essere inaspettatamente positivo.
In primis si eliminerebbero lavoro nero, caporalato e si offrirebbe alle imprese un servizio ad hoc senza dover spendere somme per la selezione e ricerca del personale.

L’immigrazione non sarebbe più stanziale ma una forma di migrazione stagionale controllata ed efficiente, si potrebbero abbattere gli oneri a chi assume stagionalmente queste figure, che saranno liquidate stagionalmente anche con la così detta liquidazione e la somma incassata in questi brevi periodi, alle loro latitudini sarà sufficiente per vivere parecchi mesi. Un accordo di welfare potrà essere concordato con i paesi di provenienza così che sarà utile per tutti e funzionale a tale operazione il riconoscimento, identificando quali sono i veri profughi dagli immigrati economici, che partiranno solo per lavorare e non per soggiornare bivaccando e ciondolando tutto il giorno senza obbiettivi, recando disagi ed incomprensioni di ogni genere.

L’Italia è Europa, sopratutto alcune aree devono crescere dal punto di vista organizzativo e dimostrare che si vuol cambiare, creare opportunità, puntando sulla qualità e sulla modernizzazione dei processi produttivi e di servizi.

Lancio questa sfida e questa idea, perché credo che le soluzioni sono tali, solo se si usa il buon senso e se si hanno idee strategiche, modificabili, che non devono complicare ma semplificare la nostra convivenza.

Marco Colombo
Presidente Aime
Agroalimentare

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