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Sberleffi e zie dalla guerra mondiale ad oggi

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1 Novembre 2008

Gent.mo Direttore,
colgo l’invito di Adriano e con piacere vi racconto altro, un ricordo realmente accaduto a mio padre riaffiorato stasera fra i miei.
Mio padre sedicenne in piazza ad un paese con dei coetanei nella campagna veneta nel periodo dell’occupazione tedesca. Passa una gip con dei militari italiani al seguito di una con dei militari tedeschi. I ragazzi sono ragazzini e fanno boccacce al passaggio dei militari italiani, che dopo pochi metri fanno marcia indietro inseguono i ragazzini ammutoliti e li arrestano. Vengono portati al comando tedesco dove tira una brutta aria, qualcuno dice che li spediranno in Germania, le voci anche senza sms si rincorrono e mia zia, quella che ha sposato il fratello di mia nonna, caduto in Abissinia, medaglia d’oro al valor militare, si precipa a spiegare che il nipote di una medaglia d’oro (morto durante l’attraversamento di un fiume perchè si è ostinato a portarsi addosso la mitragliatrice di Mussolini) non può finire in Germania. Fortunatamente i tedeschi, che mio padre descriveva come più sensibili dei fascisti, restituiscono paternalisticamente mio padre a mia zia con i suoi amichetti.
Un dubbio mi assale stasera: metteranno anche lo sberleffo nei provvedimenti per la sicurezza, dopo i graffitari?
Se andiamo avanti così e mio figlio fa lo sberleffo a qualcuno (a quell’età è il minimo della trasgressione) non ha una zia fascista pronta ad intervenire.
Come correre ai ripari?

Lena Bandi

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