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Sciopero Malpensa-Linate contro ingresso cooperative. Sindacati poco credibili

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2 Agosto 2017

Stavo pensando all’assemblea pre-sciopero per bloccare l’ingresso delle cooperative in rampa a Malpensa. I sindacati di fronte ai lavoratori hanno espresso una linea di condotta unica attraverso un monologo quasi senza diritto di replica. Qualche intervento succinto senza contraddittorio. È vero che i tempi erano a scadenza ma mi sovviene una riflessione. I sindacati confederali sono il braccio dell’azienda e la spina dorsale della rappresentanza formale. Un sistema che da anni si auto-alimenta e si sostiene. Va da se’ che questo dualismo rappresenta una sorta di centro di potere che esclude il sindacalismo di base che a volte si allinea a questi solo per creare delle ombre sotto le quali i lavoratori si riparano.

Non voglio entrare solo nel merito della questione discussa l’altro giorno, ma fare una riflessione sul modus operandi di fare informazione. Mi viene da paragonare i sindacati storici come ai media che esprimono il presupposto fondamentale di come mantenere per esempio uno stato assistenziale x i ricchi…all’interno di questo modo di dare informazione c’è sempre spazio per opinioni differenti ma sempre filtrate per non dare modo di scardinare l’impianto di chi detiene il potere. L’informazione arriva distorta quando non c’è contraddittorio e questo avviene per i sindacati anche attraverso una legge della rappresentanza poco aderente al sentire dei lavoratori e costringe i sindacati di base ad affiancare iniziative, pur giuste nelle finalità, per avere un minimo di visibilità. È come allearsi col nemico che ti ha tradito. Frammentare le azioni senza tener conto del quadro che lo alimenta è fuorviante. Sea e tutti i sindacati uniti nella lotta mi fa un po’ sorridere se non altro per alcuni motivi…ne dirò solo alcuni.

Le cooperative sono attive a Malpensa da anni e Sea e’ presente al 25% in Mle al cargo. Abbiamo una presenza massiccia di interinali, una flessibilità spinta all’eccesso, il Mog in Ah. In capo a Sea e ad Ah c’è un comportamento atto all’arretramento di diritti sindacali continuo. Sea pur essendo una municipalizzata fortemente in attivo, dismette attività che anche se non sempre perfettamente redditizie sottraggono a questa azienda il suo ruolo sociale. Sea stessa appalta alcuni servizi a cooperative quali la Romeo, o affianca il servizio di sicurezza e vigilanza ad aziende quali Italpool che riserva ai suoi dipendenti un trattamento salariale diverso, il comparto Prm cronicamente sotto organico ha recentemente assunto interinali, non possiamo lasciare in mano questioni così dirompenti a quei sindacati che hanno firmato un accordo che ha portato i lavoratori full time alla decurtazione di €4.800 l’anno (mentre Sea dava uscite da capogiro all’ex presidente Bonomi e stipendi assurdi a manager di un’azienda pubblica) che hanno firmato un contratto nazionale dell’handling, peraltro già scaduto, che presenta dei punti volutamente di dubbia interpretazione e discriminanti, vedi riparametrazione salario part time con computo diverso dai full time rispetto all’implementazione delle cosidette ore incrementali, non vi è stata un’assemblea esplicativa al riguardo ma il solito referendum posticcio che ha comunque visto la sconfitta su Malpensa. In questi accordi hanno avallato l’articolo 9 del decreto legislativo 66/10 scavalcando l’istituto delle 35 ore sui doppi rientri per cui la media delle ore di riposo viene calcolata sull’arco temporale di 14 giorni. Si è portata la durata settimanale dell’orario di lavoro sulla base di una media di 12 mesi dando di fatto la possibilità all’azienda di basare il regime settimanale di lavoro fino a 48 ore e si è permesso un regime turni che non tiene minimamente conto del recupero psicofisico.

Hanno firmato la possibilità di cambiare i turni esposti che prevede un preavviso minimo di soli 3 giorni attraverso l’accordo dell’ 11/7/2016. Sul ccnl, sotto la voce “ulteriori istituti” si parla di spostamento arbitrario da parte aziendale del giorno libero, salvo cause di forza maggiore espresse dal lavoratore senza citare quali potrebbero essere…il programma mensa diffusa è scandaloso e di fatto ha tolto la possibilità di poter mangiare a gente che magari scarica gli aerei per 8 ore di fila. E’ stato contemplato senza lo spostamento dei timbri lasciando la logistica totalmente in capo a lavoratori e questo è avvenuto anche in sicurezza…centinaia di metri per raggiungere la mensa. Vogliamo parlare dell’utilizzo del Mog? Presente anche questo gioiellino che arbitrariamente dovrebbe invece essere applicato al turismo e non al trasporto aereo. Vengono fatti i tre mesi di contratto, si individuano delle fasce orarie di riferimento con orario spezzato, si può pagare lo stipendio ai lavoratori fino al 25% in meno del contratto di categoria, si può chiamare il lavoratore 24 ore prima dell’inizio turno e qualora questi non si presenti è passibile di sanzioni per assenza ingiustificata. Come posso affiancarmi coerentemente alla lotta con questi personaggi che si vuole portare in tribunale per mancata esibizione delle firme sul contro-referendum del 2014? Come posso stare a fianco del nemico che non vedo aggirarsi in reparto da anni i cui lauti distacchi sindacali potrebbero permetter loro di assolvere egregiamente questo onorevole compito? Attivarsi contro tutte le altre forme di sfruttamento per rendersi maggiormente credibili e riscattarsi da accordi capestro servirebbe e unirebbe. Non si può dimenticare il passato e condividere un’iniziativa con chi da anni ti bastona. Lo trovo imbarazzante. Mi è spiaciuto non esserci ma non voglio essere manipolata da personaggi poco chiari negli intenti. Sarà una posizione ideologica ma alla lotta mi sarei affiancata disgiunta da certe sigle che magari non vogliono una cooperativa solo perché non direttamente controllata da loro stessi. Abbiamo assistito al ricompattamento di sigle antitetiche per evitare l’ingresso di Alpina in rampa. Come lavoratrice posso concordare che l’ingresso della cooperativa non rappresenta una differenza sostanziale da quell’incudine posta dai sindacati tradizionali se questi continueranno a non fare forme di lotta vere contro ogni altra forma di sfruttamento. Credo oltretutto, ma vorrei tanto sbagliarmi che Sea non veda l’ora che entrino le cooperative una volta dipanati alcuni chiarimenti chiesti a Enac sull’art 14 del dgls 18/1999 in merito a clausola sociale e subappalti. Mi fermo qui. Sono una lavoratrice stanca e ideologicamente distrutta.

Elena Sarugia dipendente Airport Handling

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