» Invia una lettera

Senso civico per le nuove generazioni

fascia tricolore apertura
1 Stella2 Stelle3 Stelle4 Stelle5 Stelle
Loading...

25 Maggio 2015

23 Maggio, Giornata della legalità contro la mafia.
Giornata in cui nostro Paese celebra la battaglia contro le organizzazioni criminali.
Giornata per non dimenticare.
Un giorno scelto non a caso visto che proprio in quella data, proprio un sabato, 23 anni fa morirono in un attentato dinamitardo presso lo svicolo di Capaci, sull’autostrada Palermo-Messina, il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini di scorta.
Una strage, seguita a poche settimane di distanza dall’uccisione del giudice antimafia Paolo Borsellino, vittima di un attentato in via D’Amelio a Palermo.
L’apice della violenza della Mafia contro quella parte della Magistratura che da anni aveva intrapreso una tenace lotta contro la criminalità organizzata che teneva sotto scacco il nostro Stato.
Una strategia stragista che colpì anche negli anni successivi, con una serie di attentati luoghi di interesse culturale e artistico, determinando la morte anche di cittadini e rappresentanti le forze dell’ordine (strage dei Georgofili, strage a Milano in via Palestro ), oltre a falliti attentati allo stadio Olimpico di Roma e il tentativo di omicidio del noto presentatore e giornalista Maurizio Costanzo che aveva intrapreso una linea editoriale di spiccato contrasto alla mafia.
Questa giornata dedicata al ricordo, al “memento”, ma anche e soprattutto come richiesta di partecipazione del popolo italiano per continuare la lotta contro la criminalità organizzata.
Ecco, l’aspetto fondamentale di questa celebrazione: la consapevolezza della cittadinanza, la risposta concreta dei cittadini, il grado di “sensibilità” a distanza di oltre 2 decenni dagli avvenimenti, il grado di attenzione che ancora oggi si percepisce.
Un sistema diretto, immediato, chiaro sono i dati di ascolto televisivo inerente i programmi legati alla commemorazione (i cosiddetti dati Auditel).
Ebbene, sabato in prima serata era in programmazione su Rai Uno il film “La mafia uccide solo in estate” una pellicola recente in cui si narrano in modo romanzato i più importanti omicidi degli uomini di Stato avvenuti in Sicilia dagli anni 70 fino all’ uccisione del giudice Borsellino nel 1992.
Un film incentrato sulla cui vita di un giovane giornalista siciliano (l’attore è PIF) che è legata a doppio filo a questi eventi che hanno cadenzato la sua esistenza (dalla nascita al matrimonio).
Una cronistoria che descrive la “presa di coscienza” sempre più marcata del popolo siciliano che si affranca sempre più dall’omertà assoluta che regnava negli anni 70 fino alla “rivolta morale del popolo” dopo gli omicidi di Falcone e Borsellino.
Rivolta e protesta che ha dato il via ad una più stringente e dura battaglia da parte delle istituzioni, soprattutto politiche, che ha portato a norme più severe nel contrasto del fenomeno e alla cattura del capo della mafia Salvatore Riina.
Una pellicola con un narrazione semplice, leggera, dedicata alle nuove generazioni per spiegare ai ragazzi di oggi cosa è accaduto nel nostro Paese in quei drammatici anni.
Purtroppo, però, la risposta del popolo italiano, dei giovani, delle future generazioni, leggendo i dati di ascolto televisivo, non sembra abbia sortito la finalità preposta di quella giornata di commemorazione.
E sì, perchè i dati Auditel evidenziano come la percentuale maggiore di telespettatori l’ha ottenuta il programma di Canale 5 “Amici” talent-show condotto da Maria De Filippi (21%) superando di 4 punti il film.
L’aspetto che inquieta è proprio il target del programma di Canale 5, fatto di giovani e giovanissimi, proprio quel target su cui era incentrata la programmazione e le celebrazioni della giornata contro le mafie.
Non voglio essere pessimista o puntiglioso, non voglio passare per un “maestro bacchettone”, intransigente, ma tali dati oggettivi mi inducono a pensare che la consapevolezza, l’attenzione, il senso civico, il senso di giustizia e soprattutto la memoria storica (Historia magistra vitae), siano aspetti poco consolidati nella nostra società e nei nostri giovani.
Un errore, una mancanza che è stata trasmessa da noi più grandi, da noi che abbiamo vissuto in prima persona quelle drammatiche vicende, noi che abbiamo visto lo Stato ricattato dalla Mafia (tanto da intavolare una trattativa……), da vedere lo Stato assente per molti anni.
E lo si evince anche dalla programmazione televisiva, perchè seppur in regime di concorrenza e seppur dovendo rispondere ad una logica commerciale mi chiedo come possa essere dimenticata tale ricorrenza e celebrazione dalla presentatrice Maria De Filippi, ricordando che la vita del suo consorte fu attentata dalla mafia.
Credo che in quella serata non era necessario sospendere la puntata del talent-show (non viviamo in un sistema totalitario dove vige il “minculpop” che controlla ogni evento culturale e di comunicazione), ma conformarla e incentrarla sul “fenomeno” mafia.
Avrebbe reso al Paese un servizio fondamentale, avrebbe dato ai quei ragazzi che seguono con passione il suo programma un lezione di vita e di storia.
Avrebbe trasmesso valori fondamentali di uno Stato di diritto.
Avrebbe contribuito a infondere nelle loro anime il vero senso civico a cui si deve ispirare ogni singolo futuro cittadino italiano.

 

Massimo Puricelli, Castellanza

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.