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Sì ai passaggi a livello, ma più “veloci”

passaggio a livello
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12 Aprile 2018

Egregio direttore,
m’inserisco con alcune breve riflessioni nel “dibattito” sul passaggio a livello di Bisuschio, su cui c’è stato un botta e risposta sul vostro giornale.
Sono irritanti i toni sarcastici del signor Saverio quando sminuisce il ruolo del trasporto pubblico. La presenza di corse cadenzate, anche in orari “di morbida”, garantisce la mobilità di tante persone: i treni hanno un numero di carrozze fisse, ovvio che in orario non di punta e vicino al capolinea possono apparire “vuoti”. Sono treni da 400 posti… se a bordo ce ne sono 30 sembrano deserti, ma assicurano un servizio importante. Vorrei vedere se dicessi un bel “chissenefrega” a trenta persone ferme al passaggio a livello…
Il signor Saverio invece ha ragione a lamentarsi dei tempi di attesa al passaggio a livello, caratteristica tutta italiana. Basta andare sulla Lugano-Ponte Tresa per vedere le sbarre abbassarsi e poi rialzarsi nel giro di poche decine di secondi, dopo il passaggio del treno.
Se si introducessero apparati e norme simili a quelle che si usano all’estero (e sì che c’è una Unione Internazionale delle Ferrovie che fissa i criteri!!) anche da noi i passaggi a livello potrebbero coesistere meglio con le esigenze della strada.
E si potrebbero evitare anche i sottopassi che propone invece il signor Cugini nella sua lettera. Va ricordato infatti che i sottopassi costano in termini economici e anche ambientali… visto che richiedono tonnellate di cemento e “consumano” molto più spazio specie quando sono fatti dentro ai paesi.
Per vedere una ferrovia ideale basta andare in val Venosta in Alto Adige… girano molti treni ma i sottopassi sono pochi e i passaggi a livello “veloci”. E non parliamo di posti solitari… in estate lì ci passano migliaia di turisti al giorno.

A.P., Saronno

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