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Sicurezza: occorre frenare la degenerazione

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5 Aprile 2011

Le inchieste giudiziarie degli ultimi anni documentano come tutto il Paese sia travolto
dall’offensiva delle criminalità mafiose, che da Platì a Buccinasco, da Bordighera a Paderno
Dugnano a Busto Arsizio, approfittano della crisi economica per consolidarsi largamente in
tutti i settori di attività produttiva – dal movimento terra alla sanità – aggredendo le aziende
sane anche con la loro enorme disponibilità di danaro.
Si tratta di un duro attacco soprattutto in Lombardia – solo qualche mese fa si è scoperto
che a Milano una collaboratrice di giustizia è stata rapita, uccisa ed il suo corpo è stato
sciolto nell’acido – che non risparmia certo Varese né le sue contraddizioni, perchè mentre
a poca distanza da Busto Arsizio si scava in un cimitero della ‘ndrangheta, le attuali
capacità investigative delle Digos sono concentrate perlopiù nel contrasto ai reati propri
dell’immigrazione clandestina.
E se la battaglia antimafia è una reale emergenza nel Paese, non pare esserlo per la politica,
altrimenti l’esercito delle Forze di Polizia Nazionali che è impegnato a combatterla sul
campo non sarebbe destinatario da anni solo di cattive notizie: un diluvio di tagli alle risorse,
limitazioni, riduzioni, che riducono l’attività operativa a condizioni da terzo mondo: basti dire
che rispetto agli stanziamenti relativi all’anno 2008, la progressione dei “tagli lineari” è passata
dal 22% del 2009 ad oltre il 40% nel 2011.
Ecco in quale clima la legge 121/81 ha compiuto 30 anni. Come negli anni scorsi, in occasione
di questo “compleanno” la Segreteria Provinciale del SIAP di Varese lancia l’ “operazione
verità” confrontando lo stato di attuazione di questa Legge-Quadro al mutare delle effettive
condizioni in cui lavorano gli operatori delle Forze di Polizia Nazionali. Stavolta attraverso il
quadro generale emerso nel Congresso Nazionale SIAP che, sullo stesso tema, si è tenuto a
Napoli proprio il 1° aprile, nel corso del quale è stata delineata la necessità di frenare subito la
grave degenerazione dei modelli sui quali costruire la sicurezza, e lo stesso Capo della Polizia
ha ammesso il grande peso del calo delle risorse, ringraziando gli operatori della Polizia di
Stato per i sacrifici che stanno facendo per mandare avanti comunque il loro servizio.
Se invece fossero state applicate, le lungimiranti linee-guida della L.121/81 avrebbero
dotato questo paese di un moderno sistema di polizia, dagli standard addirittura superiori
a quelli degli altri paesi europei. La storia di questi ultimi anni documenta come si sia fatto
esattamente l’opposto, con un fiorire di iniziative centrate sull’inconcludente sensazionalismo
di ‘spot’ sempre nuovi, anche a costo di saccheggiare le risorse del Ministero dell’Interno,
comprese quelle necessarie all’azione sul territorio delle Forze di Polizia Nazionali. Insomma,
una politica che usa i problemi per i propri interessi, invece di risolverli nell’interesse di tutti, e
nello stesso tempo mantiene ed ingrossa il carrozzone degli Enti Inutili e delle poltrone (siano
da Ministro o Sottosegretario o nelle Giunte locali), fino al punto da arrivare a costituire essa
stessa la prima “industria” del Paese.
E’ proprio per questo che mentre in questi giorni si fa un gran parlare della responsabilità
civile dei giudici (malgrado un sistema con tre gradi di giudizio, che consente di rimediare
agli eventuali errori), di fronte a quanto sta accadendo nel comparto sicurezza farebbe molto
piacere ai suoi operatori se si parlasse anche della responsabilità civile dei politici, le cui
decisioni sono subito esecutive, e non consentono appello neppure davanti a questi risultati.
Ma se all’applicazione della Legge 121/81 la politica ha preferito le ronde (dei volontari o dei
militari) ed i sindaci-sceriffo, la provincia di Varese continua ad avere l’anteprima di sempre
nuove questioni di valenza nazionale: l’ultima è quella che ha visto l’Europa imporre il Numero
Unico di Emergenza 112, e la politica sprecare questa grande occasione per ottimizzare
l’azione delle Forze di Polizia Nazionali mettendo “in rete” tutte le pattuglie dirette da un’unica
ed efficiente “cabina di regia” dell’attività di prevenzione e di controllo del territorio nell’intero
campo provinciale. In proposito, sarebbe certamente interessante sapere dal Questore se a
Varese sia ancora vigente la previsione Costituzionale che assegna allo Stato la competenza
esclusiva in tema di Sicurezza Pubblica.
il Segretario Provinciale SIAP/Varese - Cianci Francesco

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