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Tangenzialina, tutti sul palco tranne il territorio

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9 Dicembre 2009

Egregio Direttore,

mi permetto di scriverLe, come ho fatto tante volte, per esternare, nuovamente, il mio senso di disappunto e delusione, a margine dell’ennesimo episodio "discriminante" per le castellanze cittadine. Sto parlando di Varese, ovviamente, e nello specifico di una delle Circoscrizioni, la numero 5, che con un gruppo di valorosi e volenterosi Consiglieri, ho l’onore di rappresentare. Antefatto: sabato 5 dicembre ore 10.30. Una parte del quartiere di Valle Olona (territorio della Circoscrizione n. 5, appunto) è in grande spolvero. Autorità, rappresentanti dello sport, del giornalismo locale, insomma, un bel "palco" per inaugurare un’opera tanto importante per l’evoluzione cittadina, la cosiddetta "Tangenzialina", secondo e terzo lotto.

Un intero quartiere per mesi diviso dalle opinioni a riguardo di questa grande opera. Un intero quartiere per mesi unito dalla voglia da un lato e dalle difficoltà dall’altro di aver "sopportato" i disagi di un cantiere immenso, con un imponente impatto ambientale, sociale, umano. Non entro nel merito del valore di tale opera, la mia opinione ne è assolutamente a favore, ma resta un mio pensiero. Condivisibile o meno. Quello che mi sento di esprimere, oggi, è l’ennesimo e, mi consenta, assurdo, imbarazzo che deriva dal fatto che, nuovamente, costantemente, inesorabilmente, il territorio si è visto escluso anche dall’inaugurazione di un così importante traguardo. Nessuno dei Consiglieri del territorio, credo, fremesse di "voglia di protagonismo" nell’essere presente ad una inaugurazione. Ma quello che manca, ogni volta, è la capacità di qualcuno di realizzare come non sia corretto escludere sempre il cosiddetto "gradino più basso" nella scala dei referenti aventi titolo.

Non avevano forse titolo ad essere presenti, sabato, i Consiglieri, rappresentanti del territorio, referenti dei cittadini, cittadini loro stessi del quartiere che più di tutti in questi ultimi mesi in città ha subìto, a testa alta, e reagito, pazientemente, sopportando disagi, alluvioni, scempi amministrativi che ne hanno minato persino il cuore , rischiando di portare alla chiusura delle proprie scuole? Un quartiere che non è solo una via da attraversare, ora con l’alta velocità che una nuova strada implica, ma è uno dei cuori pulsanti della città, con le sue realtà, la sua gente, i suoi servizi. Non meritava forse, questo quartiere, di essere rappresentato, al fianco di chi, con merito e lode, ha dato valore e concretezza a questa opera? Ma l’opera l’abbiamo "subìta" noi. Noi residenti di Valle Olona.Noi mamme, papà, famiglie, prima ancora che Consiglieri.

E allora non avrebbero fatto più bella figura coloro i quali hanno organizzato un’ inaugurazione "in pompa magna" ad invitare chi quel territorio lo conosce bene, lo vive e lo ha "ceduto" per questa opera importante? Egregio Direttore, termino qui questa mia accalorata considerazione. Mi rammarica ogni volta vedere la piccolezza dei grandi ruoli. Per fortuna io sto dalla parte dei piccoli ruoli. Quelli fatti di quotidianità, di appartenenza, di territorio. Ora, da residente, plaudo all’opera grandiosa. Ma attendo al varco chi ha un debito immenso col quartiere di Valle Olona: attendo tutte quelle opere di compensazione promesse ed assolutamente necessarie. Attendo la promessa messa in sicurezza degli argini del fiume Olona in Via Merano, dove intere famiglie hano perso molto durante l’alluvione di luglio.

Attendo che si scenda da un palco per venire davvero a lavorare in uno dei quartieri con più storia della città. Quartiere che tanto, forse troppo, ha già dovuto subire. Chissà cosa direbbero i miei bisnonni se vedessero che fine ha dovuto subire uno dei simboli della storia della Valle Olona: il lavatoio Castelli, ora relegato sotto un pilone della tangenziale. Dicono che si chiami "progresso", e per carità non sarò mai contraria. Ma sopra ogni forma di progresso devono stare il buon senso, il rispetto, il coraggio . Ed il decoro. Che ora chiediamo venga ripristinato in Valle Olona.

Grazie.

Distinti saluti.

Stefania Cipolat

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