Tartaglia, Mourinho e…..la violenza che c’è in noi
14 Dicembre 2009
Egr. Direttore,
i commenti, le esecrazioni, le grida di dolore, sincere o ipocrite, comunque per lo più rituali, allo scopo di condannare, giustamente, l’aggressione al premier di domenica sera, per qualche giorno si sprecheranno. Temo, però, che anziché servire per far calare la temperatura politica da sfida all’O.K.Corral (i miei coetanei ricordano il magnifico film del 1957 con Burt Lancaster e Kirk Douglas?) le parole, quelle già dette e quelle che seguiranno, possano fomentare il clima di odio e di scontro frontale in atto nel Paese. Già si sono viste le avvisaglie nelle dichiarazioni a caldo di molti esponenti di centrodestra ed anche in qualche, rara per fortuna, incauta dichiarazione di esponenti dell’opposizione, Di Pietro in primis.
Io vorrei allontanarmi da questo ennesimo scambio di reciproche accuse, atte a individuare negli avversari politici i mandanti morali di ciò che sta avvenendo nel Paese. Certo, come elettore e militante di centrosinistra, non posso dimenticare che in questi anni su di me e su chi è schierato come me, si è vomitato dai principali leader di destra di tutto: illiberali, comunisti, coglioni, bastardi, nazisti rossi, assassini o complici di assassini, ecc. Non nego che, al di là della dura e necessaria opposizione alla politica di Berlusconi e Bossi, anche la mia parte politica a volte è andata al di sopra delle righe nel gioco reciproco di accuse e contraccuse dai toni sempre più esasperati; devo dire che condivido da questo punto di vista il profilo basso ed educato tenuto finora da Bersani nella quotidiana polemica politica e spero che lo stile del neosegretario del P.D.costituisca un esempio per tutti.
La riflessione invece che, a mente fredda, sarebbe da fare è, a mio parere, un’altra: non saprei se i nostri politici siano migliori, peggiori o uguali ai cittadini che dovrebbero rappresentare.
Certo è che nel Paese il clima di violenza sembra assai diffuso quasi che, a volte, ognuno di noi aspetti solo l’occasione per scatenarsi contro gli altri, visti come il male assoluto da combattere. I politici, appunto, ci mettono molto del loro: che altro sono le sguaiate performance televisive, colpevolmente non frenate dai conduttori, se non incitamento alla contrapposizione ed all’odio?
Tartaglia, lo squilibrato di Milano, ha messo in atto ciò che i politici spesso seminano con la violenza verbale, l’insulto, l’offesa, il non rispetto dell’interlocutore, incitando di fatto alle relazioni basate sullo schiaffo ed il pugno di futuristica e marinettiana memoria.
Ma non sono solo i nostri eletti responsabili di ciò che sta accadendo in Italia. Certo da loro ci aspetteremmo saggezza, senso della misura, buone leggi nell’interesse generale, in altre parole esempi positivi.
Colpevoli però quanto i politici di costituire un modello negativo sono però anche altri.
Che dire degli opinion-makers alla Sgarbi che, facendo torto alla loro intelligenza e preparazione culturale, sono esempio non solo di cattiva educazione ma di incitamento violento al non rispetto degli interlocutori?
Come giudicare, in piccolo se vogliamo rispetto all’aggressione a Berlusconi, la spinta e gli insulti di Mourinho ad un giornalista che, dopo la partita di Bergamo, stava educatamente cercando di fare il proprio lavoro? L’allenatore interista è solo la punta dell’iceberg di un mondo, fatto di presidenti, di dirigenti, di capitifosi e di giocatori che, anziché modello di lealtà sportiva, sono il peggior esempio per i nostri ragazzi.
Potrei finire accennando alla violenta aggressività di ognuno di noi, che esplode a volte quando siamo al volante o svolgiamo le fantozziane assemblee di condominio.
Questo per dire che, se fossimo sinceri con noi stessi, se guardassimo più spesso e scrutassimo con onestà il nostro animo, ammetteremmo che dentro e non fuori di noi è per lo più l’origine del male, quell’istinto di aggressività o pulsione di morte, già ben analizzato da Freud, che, a seconda dei casi, si manifesta nell’autodistruzione o nella distruzione dell’altro. E del resto, per i credenti, Cristo non è forse venuto per liberarci dal male che è in noi?
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