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Un samba di benedizioni per Corto Maltese

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9 Aprile 2007

Egregio direttore,
conobbi Corto Maltese nel 1974, tra la passione per le percussioni e l’amore nascente per la musica brasiliana. Timido e brufoloso alunno di quarta ginnasio, sognavo ad occhi aperti, miei maestri Anonio Carlos Jobim, Vinicius De Moraes e Jorge Amado. Inutili i tentativi di farmi entrare in testa le pene d’amore del giovane Werther, o le tribolazioni di Renzo Tramaglino e Lucia Mondella. Un disastro!
Avevo bisogno di sentirmi rinfrancato, necessitavo di autostima, un adolescente in cerca di conferme e non di sepolcrali e pietose lacrimazioni, reclamavo la scanzonata allegria di Vadinho e Dona Flor, Caporal Martim e Tieta, protagonisti dei libri di Amado, abbeveravo l’anima alla fonte del Sapere musicale della terra del Samba e del Pandeiro, veleggiavo, vagabondo per vagare, sui mari del sogno, verso approdi sicuri, spiagge bianche, tamburi atabaques.
Un amico di famiglia, impietosito dal mio decadimento fisico e morale provocato dai disgraziati figliocci di Cassandra, mi regalò un disco di Dorival Caymmi, compositore bahiano allora a me sconosciuto ed un fumetto titolato Samba con Tiro Fisso con protagonista tale Corto Maltese. Mi disse semplicemente “Leggi ed ascolta”. Il sole all’improvviso, la Luce, l’Avventura, la culla dei miei sogni. Spari’ come d’incanto il tedio insopportabile, le note delle canzoni di Caymmi accompagnavano le avventure dello scanzonato Corto, capace di non perdere mai di vista il lato divertente delle situazioni, un eroe romantico. E poi Bocca Dorata, i Cangaçeiros, il Brasile, i mari del Sud.
A distanza di anni ho rivissuto quelle emozioni visitando la mostra “Corto Maltese: Letteratura disegnata” presso lo splendido Chiostro di Voltorre, agghindato per l’occasione, quasi fosse la tenuta del Coronel Gonçalves.
Le opere esposte danno l’esatta misura di quanto Hugo Pratt fosse un genio nel tocco della mano e nella costruzione delle storie, brani di vita vissuta od immaginata, luoghi sacri come la sua Venezia ed il Sudamerica.
La mostra rende giustizia all’uomo ed al personaggio, percorre le strade dell’avventura attraverso acquerelli originali di tale bellezza da mozzare il fiato, strisce autentiche in francese, stralci della giovinezza di Corto, le sue donne, le guerre, gli eroi, la Storia. Davvero un tuffo nel passato che è nostalgia e mai rimpianto, è saudade ed emozione.
Un allestimento straordinario e, dunque, un Samba di benedizioni per Caterina Carletti, splendida curatrice della mostra e maestra di cerimonie ed ai suoi collaboratori, tutti degni dell’amicizia del marinaio con l’orecchino e la linea della fortuna incisa sul palmo della mano, certamente, per dirla alla Corto, figli meritevoli di una dinastia che credeva nella generosità e nell’eroismo.

Marco Caccianiga - Varese

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