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Una lezione per i non credenti?

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9 Novembre 2008

Egregio direttore,
talvolta può accadere che entusiasmi di natura puberale possano manifestarsi anche in persone di età matura. A questo genere di entusiasmi mi sembra appartenere il ditirambo elevato da Roberta Lattuada in lode del cardinale Martini.
Orbene, pur apprezzando e stimando per la sua statura intellettuale il cardinale Martini, come materialista storico e come ateo trovo ben poco nelle sue parole che possa valere come una lezione per tutti (quindi anche per me): né lo scontato richiamo all’interiorità del vissuto personale come via di accesso alla esperienza religiosa (“In te ipsum redi: in interiore homine habitat veritas”: è la concezione psicologico-spiritualistica di Agostino) né l’invito al dialogo, all’intesa e alla comprensione fra credenti e non credenti, oltre che fra seguaci di religioni differenti (e avverse). Quel richiamo può spingere, infatti, verso forme egoistiche di solipsismo religioso e di vacuo intimismo, antitetiche ad una vera maturazione della personalità dell’individuo sul piano etico, sociale e civile, mentre questo invito rischia di apparire puramente retorico se non viene accompagnato da un’analisi dei fattori di ordine materiale e spirituale (razzismo, xenofobia, guerre imperialiste, sfruttamento capitalistico, fondamentalismo, miti e disvalori diffusi dalla ‘cultura di massa’) che ostacolano, per l’appunto, il dialogo, e spingono allo scontro, fra le civiltà, i popoli e le religioni.
Non presumo, a mia volta, di impartire lezioni ai cardinali o di lanciare appelli alle ‘tricoteuses’; però, non sarebbe male che anche i cattolici più avanzati cominciassero a porre l’accento, come ebbi modo di constatare frequentando a suo tempo i cristiani valdesi, non tanto sulla parenesi buonista quanto sulla necessità ineludibile e sul valore palingenetico della lotta per una “società di liberi e di eguali”. Perciò, con questa ottica, che è certamente rivoluzionaria, mi sia concesso di suggerire alla meditazione di credenti e non credenti questi versetti del Vangelo (Mt, 10, 34-36): “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.”

Eros Barone

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