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Verità su quella tragica gita di classe

carabinieri venegono inferiore omicidio
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30 Maggio 2015

Egr. Direttore,

quando posso cerco di evitare di commentare i fatti di cronaca perché non lo ritengo educativo, ma in questo caso trasgredisco questa regola, visto che i telegiornali ritornano spesso sul ragazzo morto in gita a Milano caduto dalla finestra del 5° piano di un albergo. Ho sentito la dichiarazione della preside di questo istituto e mi è sembrata molto patetica: ha chiesto il perdono per i suoi ragazzi. Non ha chiesto ne la verità ne giustizia per la famiglia. Ma se ha chiesto il perdono, significa che ci sono dei responsabili di questo fatto tragico.

Non so se mai si potrà arrivare alla verità di questa vicenda, per individuare responsabilità individuali da parte dei suoi compagni di camera. Compito questo che spetta alla magistratura e alla attività investigativa.

Ma c’è una responsabilità oggettiva da parte di coloro che avevano, come scuola, l’obbligo di controllo su questi studenti. Tutti i giornali sostengono la versione che i compagni di camera non hanno visto e sentito niente perché si erano da poco addormentati dopo una sbronza …. Avevano bevuto troppo alle cinque del mattino (sic).

Si viene così a sapere che ragazzi di una scuola, che dovrebbero essere sempre sotto il controllo dei loro insegnanti, hanno il diritto di ubriacarsi. E questa è già di per se una cosa folle. Qualcuno poi però mi ha fatto osservare che i ragazzi essendo maggiorenni, non possono essere messi sotto tutela, essendo responsabili delle loro azioni. Ma i genitori (e quindi anche gli insegnanti) hanno sempre una responsabilità morale anche se non penale, del comportamento dei loro figli o dei loro studenti. Se fosse vera la tesi che gli insegnanti-accompagnatori non possono essere tenuti responsabili di quanto accaduto in quanto ragazzi maggiorenni, la scuola dovrebbe prendere la decisone di abolire le gite a ragazzi maggiorenni, oppure non organizzare più gite con studenti oltre il diciottesimo anno di età. Se vorranno i ragazzi maggiorenni potranno organizzarsi tutte le gite che vogliono, ma in gita ci debbano andare da soli senza accompagnatori, visto che in questo caso, gli insegnanti, sono venuti meno al loro ruolo di giuda educativa.

Con questo non voglio colpevolizzare solo la scuola. Forse siamo tutti responsabili di aver tollerato che in questa società l’unico valore educativo consentito è il permissivismo, quella forma assurda di educazione che in nome della libertà individuale, fa morire la stessa libertà diventando tutti irresponsabili.

Avrà anche forse ragione la preside che chiede perdono per i suoi ragazzi, ma anche e sopratutto per il suoi insegnanti. Ma per poter dare il perdono, prima bisogna conoscere la verità. Senza la verità questo ragazzo è morto (o è stato ucciso) per la seconda volta.

EMILIO VANONI INDUNO OLONA

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