Posticipato di un anno lo sfratto del “canile” di via dello Sport

Decine di E-mail pervenute alla redazione segnalano la possibile chiusura per sfratto di un canile privato. La risposta del sindaco agli animalisti

Un accorato appello da parte di numerosi cittadini – un centinaio – è stato fatto pervenire stamani via E-mail da tutta Italia presso la redazione di Varesenews in merito al possibile sfratto del centro di accoglienza animali di Gavirate, una struttura privata che dà la casa a decine di cani abbandonati.

«Siamo venuti a conoscenza – recita la lettera aperta firmata dagli animalisti e diretta al sindaco di Gavirate Giovanni Alberio – del prossimo sfratto, in agosto, del canile situato nel suo territorio: dato che lei è l’autorità pubblica responsabile dell’applicazione delle leggi per la protezione degli animali, le chiediamo di agire affinchè venga trovata una soluzione che non pregiudichi la vita e l’incolumità dei cani».

Niente paura per gli amanti dei cani: l’area di via dello Sport a Gavirate, quasi parallela alla Provinciale e nel mezzo della zona industriale non chiuderà. A dare la notizia la responsabile del centro, la signora Rita, che avverte di aver raggiunto un accordo con la proprietà per la proroga dello sfratto di un anno.

Ma il problema rimane e un commento sulla vicenda è stato chiesto proprio al sindaco di Gavirate, destinatario della lettera dei numerosi animalisti, che sembra non discostarsi dalla linea a sua volta definita ed espressa tempo fa in consiglio comunale.

«La struttura in questione – dice Alberio – è di proprietà di privati che accudiscono i cani da diversi anni e si occupano anche del loro sostentamento. Il comune, dal canto suo, ha attivato da tempo una convenzione col canile pubblico del Pradaccio, un’area verde tra Laveno e Cittiglio, dove vengono fatti confluire i cani abbandonati. In sede di discussione di bilancio era emersa l’ipotesi di un possibile acquisto dell’area da parte del comune, ma per almeno tre fattori questo non è possibile. Sia a livello economico che logistico, infatti, la possibilità di creare un canile comunale sulle orme di quello di fatto privato e già esistente si è rivelata inattuabile. Inoltre anche gli alti costi di gestione di una struttura di questo genere creerebbero problemi di non poco conto nel reperimento delle risorse necessarie per un progetto di questo genere».

Resta il problema dei cani, che comunque l’anno prossimo potrebbero trovarsi senza una casa. «In questo caso – conclude Alberio – come amministrazione verranno messe in atto tutte le misure idonee per la salvaguardia degli animali».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Luglio 2001
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