Le piene, da Locarno a Pavia serve una soluzione unitaria

Come difendersi dalle piene. Se ne parlerà in un convegno al quale non parteciperanno gli amministratori pavesi, allarmati nelle settimane scorse dallo studio antipiena del Consorzio del Ticino

Quale futuro per il Verbano? e soprattutto quali i mezzi per difendersi dalle sue piene e dalle sue insidie. Se ne parlerà in un convegno ad Ascona organizzato dal dipartimento del territorio della Città di Locarno. Vi parteciperà anche il comune di Sesto Calende con il suo sindaco Roberto Caielli, che introdurrà il convegno insieme al Sindaco di Locarno. Al centro degli incontri ci sarà il lago come ecosistema e la necessità di concertare politiche unitarie per la sua difesa ambientale. «Nella ricerca di una politica unitaria – spiega Caielli – gioca un ruolo importante lo sviluppo di nuove tecnologie, che rendono possibile una gestione non conflittuale delle trasformazioni, ma soprattutto è indispensabile una visione unitaria della realtà che può essere fatta solo attraverso approfondimenti scientifici di tutte le tematiche più rilevanti».  Non è la prima volta che il comune di Sesto partecipa a questo tipo di incontri, che si giustificano con la peculiare posizione del comune sul lago, dove appunto esso ritorna ad essere fiume con  conseguenze anche sulle portate. Lo dimostrano le alluvioni di un anno fa. Per questo sono importanti i temi trattati nel convegno, fra i quali le politiche di regolazione delle acque, l’adeguamento degli strumenti di difesa, la questione degli effetti sull’ambiente, delle previsioni metereologiche, dei sistemi di allarme e di protezione civile. 

E fra i tanti studi di cui si potrebbe ritornare a parlare c’è quello che ipotizza la modifica dell’incile del Lago Maggiore,  che regolerebbe il livello delle acque nel lago. Insomma quel progetto antipiena commissionato nel 1997 dal Consorzio del Ticino (gestore dello sbarramento della Miorina) al Politecnico di Milano e presentato a Sesto Calende nel medesimo anno. Lo stesso che nelle settimane scorse aveva allarmato l’amministrazione comunale di Pavia, che lo aveva definito una "pazzia", la cui realizzazione avrebbe conseguenze sulla città di Pavia, affondandola per la teoria dei vasi comunicanti. Ma quale realizzazione? «Si tratta solo di uno studio, fra l’altro frainteso in alcuni punti», ha precisato il sindaco di Sesto a cui erano indirizzati gli strali dell’amministrazione pavese. «Allo stato attuale non esiste una proposta, nè un progetto del comune di Sesto di intervento sull’alveo del fiume, ma soltanto questo studio – e aggiunge – il mio punto di vista è molto semplice, non spetta al nostro comune disporre di questa materia, nè progettare interventi ma, se si può fare qualcosa per evitare di andare a bagno senza danneggiare altri, noi non ci opponiamo di certo». 

Sindaco e presidente della Provincia di Pavia avevano chiesto di intervenire al Convegno di Ascona per conoscere meglio il progetto. Ma ad oggi non è arrivata all’Istituto di scienze della terra, che organizza l’evento alcuna iscrizione. Forse la querelle è rientrata e gli amministratori pavesi hanno tratto sollievo dall’apprendere che non si trattava di progetto, ma di uno studio. Del quale si parlerà ancora una volta ad Ascona, trattando del problema generale delle piene e cercando di delineare un percorso unitario che dovrebbe coinvolgere tutti gli enti interessati al problema esondazione.

Il programma del convegno

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Pubblicato il 08 Novembre 2001
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