Nuovo piano Alitalia Malpensa a rischio
L'amministratore delegato Mengozzi presenta lunedì al governo un documento biennale: tagli e abbandono di alcune rotte
E’ la fine del progetto hub di Malpensa? Forse. Il piano di emergenza 2002-2004 di Alitalia sta per essere sottoposto al Governo. Dopo il precedente piano di sei mesi che a seguito degli attentati sancì la cancellazione di alcune tratte e il ritorno su Fiumicino, il nuovo documento, questa volta sul medio periodo, rischia davvero di ratificare un divorzio tra la compagnia e il territorio lombardo. Tensione e fiato sospeso in brughiera. Dalle scelte di Roma dipende il futuro dell’intero comparto aeroportuale. Due i punti caldi visti da Varese: quali tratte verranno confermate e quanti saranno gli esuberi indicati. Stavolta non si scherza. Nonostante le dichiarazioni di buona parte della classe politica locale sulla eventuale sostituzione degli slot abbandonati da Alitalia, sono in molti a ritenere sgradevole un eventuale ulteriore disimpegno. La tesi é semplice: non esiste hub in Europa senza compagnia di bandiera. I numeri a rischio parlano chiaro. Malpensa soffre una diminuzione di voli e passeggeri corposa legata alla crisi del momento. Privarla anche dello sviluppo strategico significa licenziamenti. E senza ammortizzatori sociali che tengano a causa di un ritardo normativo, che a dispetto delle privatizzazioni e della flessibilità degli ultimi anni rimane tarato sul precedente regime di quasi monopolio statale dei trasporti, stile prima repubblica. L’amministratore delegato Francesco Mengozzi relazionerà lunedì 19 ai Ministeri del Tesoro, delle infrastrutture, e alla Presidenza del consiglio. Il 21 novembre, una riunione sui problemi del traffico aereo, é convocata a Roma, presenti i rappresentanti di tutte le parti sociali. Poi, entro un paio di giorni, il cda di Alitalia ratificherà le scelte. Questo il percorso. Tra i sindacati l’atmosfera é di attesa, ma non di fiducia. «Se Alitalia cencella altre rotte qui faremo un centro divertimenti invece di un hub». Lo dice con una battuta sarcastica, Ezio Colombo, sindacalista Filt Cgil, ma é quanto pensano in molti. I lavoratori sono stretti da una tenaglia a due bracci: da una parte le scelte del Governo Berlusconi, dall’altra il mercato in tempo di guerra. «Sì, é inutile girarci attorno – attacca netto Giancarlo Checchin di Fit Cisl – se non riprende il traffico aereo sono guai per tutti. Inoltre, l’abbandono degli slot, aprirebbe una negoziazione in ambito Ue per le nuove assegnazioni». Un percorso i cui risultati sono profondamente incerti. Lo sanno bene 350 lavoratori della DeMontis, l’azienda di catering che lavora per Alitalia, che ha annunciato informalmente di voler avviare le procedure per gli esuberi. |
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