«Rumore a norma», Il Melo divide Forza Italia e An

Il partito della destra tenta la sortita senza l'avallo della coalizione, ma Roberto Bosco la ricaccia in un angolo

Iniziare una battaglia politica e vedersela bocciare in aula dalla propria maggioranza non può che significare una cosa sola: sconfitta. Insomma, Forza Italia e la Casa della libertà non ci stanno a gettare la croce addosso al centro di cooperazione sociale Il Melo in nome di una politica di forza da parte di An; il partito della destra tenta la sortita senza l’avallo della coalizione, ma Forza Italia la ricaccia in un angolo. E’ stato Roberto Bosco, capogruppo dei forzisti, a mettere la sordina all’ordine del giorno che chiedeva la fine degli spettacoli in via Magenta. Fabio Castano fa marcia indietro ma esprime senza peli sulla lingua il proprio disappunto. 
La richiesta di vietare i concerti del venerdì e del sabato sera al Planet soul, il locale ricreativo de Il Melo è stata trasformata in un edulcorato ordine del giorno votato da tutti i gruppi tranne Rifondazione comunista. L’accordo è stato raggiunto eliminando dal documento la richiesta più repressiva e penalizzante per i ragazzi del Planet Soul: il divieto ai concerti. 
Ora partirà invece un periodo di verifica delle autorizzazioni per quanto riguarda distribuzione di bevande, sosta auto, rumore. Ci penserà una delegazione guidata dall’assessore ai servizi sociali a incontrare i responsabili della struttura e a relazionare in commissione. Rimandare, stemperare. Una politica della prudenza lontana anni luce dal dna della An vecchio stampo presente in consiglio. «Spero che le posizioni buoniste di Bosco – ha detto Castano – non siano quelle di tutta la maggioranza, altrimenti saremmo condannati a una politica mediocre: una vita da mediano». «Siamo concordi con i principi che ispirano le attività del Melo, anche se qualche problema bisognerà risolverlo» aveva invece espresso nella sua dichiarazione il numero uno forzista. Agli antipodi. Spaccatura a parte, il dibattito in aula è stato gustoso. Ci si è scaldati, insomma, in una sala consiliare ghiacciata a causa di un inopportuno guasto all’impianto di riscaldamento.
La difesa del Melo è stata pronunciata da Dario Terreni (Margherita): «Sono comportamenti che hanno tutti i giovani, questo è un progetto intergenerazionale di valore, accanirsi così è sbagliato». Il più intransigente nell’opporsi è stato Massimo Barberi del Prc, che ha definito l’ordine del giorno di Bonomi e Castano «da ventennio fascista». 
I Ds hanno criticato la logica repressiva aprendo però alla possibilità delle verifiche poi inserite nel documento di compromesso, e così anche le altre opposizioni.
Dal Melo cauta soddisfazione. Alcuni dei responsabili, presenti tra il pubblico, rimarcavano la sostanziale attenzione con cui vengono gestite le serate, compreso i livelli di decibel, controllati e a norma: «Abbiamo strumenti di misurazione e insonorizzazione, potevano venire a controllare di persona invece di attaccarci così».  
Ora, nella maggioranza, urge una verifica. Per An ci saranno ancora possibilità di rivincita: il cinema Condomonio, prima di tutto, dove il risultato appare scontato. Più interessante sarà vedere invece cosa succederà sulla richiesta di eliminare Largo Togliatti. Forza Italia storce il naso, ma intanto la discussione è stata rinviata in attesa di accordi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Novembre 2001
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