Strage di Abbiate Guazzone il padre sopravviverà

Pietro Volontè dichiarato non in pericolo di vita: forse domani verrà interrogato dal magistrato

Pietro Volontè è vivo e forse già domani risponderà alle domande del magistrato: l’uomo ritenuto responsabile dell’uccisione della figlia Giulia e della moglie Patrizia Duregon è sopravvissuto alle tremende ferite che lui stesso si era inferto al culmine della tremenda aggressione ai danni della sua famiglia. Pietro Volontè ieri pomeriggio era ancora sotto l’effetto dell’anestesia con la quale i medici dell’ospedale Galmarini di Tradate gli hanno ricucito le profonde ferite alla gola e ai polsi: spetterà dunque all’uomo spiegare cosa è successo ieri pomeriggio nella sua casa di via Sabotino ad Abbiate Guazzone. I carabinieri e il sostituto procuratore Francesco Paganini hanno ancora un quadro generico dell’accaduto, basato sui pochi elementi oggettivi raccolti all’interno della casa e grazie a un esame superficiale dei corpi. Pietro Volontè è sottoposto a fermo: l’interrogatorio servirà a stabilire come si sono svolti i fatti, cosa ha scatenato la lite, perché è degenerata in questo modo nel sangue dal momento che l’uomo non ha mai avuto precedenti con la giustizia, viene descritto tutt’altro che violento e non si hanno notizie di dissapori con la moglie. Sospeso ai forse rimane anche uno dei particolari più strazianti della storia, vale a dire il tentativo di Giulia di farsi scudo per difendere la madre; certa è invece la telefonata fatta al nonno materno Gino Duregon per chiedere aiuto, ma la conversazione sarebbe stata subito interrotta. Anche ieri le testimonianze di vicini e conoscenti insistono tutte sullo stesso tasto: una famiglia normale, una coppia come tante, niente insomma che lasciasse presagire un’esplosione di aggressività come quella scatenatasi sabato pomeriggio.

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Pubblicato il 25 Novembre 2001
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