Un pezzo d’Africa nel Battistero per aiutare la diocesi di Monze
Mostra mercato molto particolare, aperta sabato 24 e domenica 25 novembre
Chissà che idea si sono fatti degli abitanti di Varese Miriam, Raphael, Chinyama, Lister, David, DuDu e Ester, che guardano un pò tristi l’obiettivo nella foto che si vede appesa sugli stands allestiti nel battistero di piazza San Vittore. Nella foto, a dir la verità, di bambini ce n’è otto, ma Richard ormai è già morto, nel tempo intercorso dallo scatto all’arrivo di questa fotografia nella Varese già concentrata sugli acquisti di Natale che si può notare in questo 24 novembre.
I sette bambini sono i primi beneficiari di un programma di cura dell’Aids messo in atto e finanziato dagli amici di don Emilio Patriarca che stanno contribuendo, con l’affetto che riesce solo agli amici personali, a rendere un pò più civile la vita in paese poverissimo, corrotto e martoriato dall’Aids come lo Zambia. Niente assistenzialismo puro, per carità. Don Emilio inanzitutto, primo bianco diventato vescovo di Monze, non lo sopporterebbe, lui che ha imparato il dialetto tonga e dimagrisce a vista d’occhio perchè di fronte ai suoi parrocchiani si vergogna a mangiare. Insieme all’acquisto di una jeep o alla realizzazione dell’ospedale, gli amici di don Emilio Patriarca (non un gruppo, proprio una associazione Onlus in piena regola, anche se nata dai vecchi compagni di giochi di Varese) si ritrovano così a finanziare l’acquisto di semi per i campi del villaggio di Lukamantano, dove abitano i portatori di handicap, normalmente i derelitti della zona. Oppure a contribuire alla retta scolastica di uno studente di medicina, così da poter formare un medico locale. Quest’anno per aiutare le iniziative della diocesi africana adottata dai varesini viene in aiuto una mostra mercato che resterà aperta solo due giorni: oggi, sabato 24 novembre, e domani, domenica 25. Si possono vedere video provenienti dai villaggi della Diocesi, seguire più nei particolari i progetti che si stanno svolgendo. Come, ad esempio, il progetto di cura dell’Aids con farmaci provenienti dall’occidente, che per ora, e per evidenti motivi di costo (Il costo della cura, al prezzo di mercato, è di circa un milione e mezzo alla settimana pro capite) è seguita dai soli sette bambini immortalati nella foto, tutti in gravi condizioni, tutti orfani di madre morta di Aids. Ma che, con qualche convenzione con le ditte farmaceutiche potrebbe essere estesa a 100 mamme della zona di Monze, con un progetto coordinato dal varesino Franco Maggiolo, medico infettivologo all’ospedale di Bergamo. Nella mostra sono anche messe in vendita le manifatture che provengono dagli abitanti della diocesi, con l’indicazione del prezzo corrisposto agli artigiani africani. Come dire: fino a qui si dà il giusto ad un lavoratore, tutto il resto è per Monze, e per i parrocchiani di Don Emilio. Manufatti tanto carini da essere già stati acquistati in grande quantità nel pomeriggio di sabato. Perciò, chi vuole avere con sè qualcosa di africano sapendo di aiutare anche una comunità, dovrà quindi affrettarsi: sennò dovrà accontentarsi di una visita informativa al battistero. La mostra, comunque, resterà aperta domenica 25 novembre dalle 9 alle 12.30, e dalle 15.30 alle 19. |
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