Dario Fo in gita nel paese dei Mezaràt

Porto Valtravaglia – L’atteso ritorno al paese che ha ispirato l’ultimo libro del premio Nobel per la letteratura

«Senz’altro il mio primo maestro di “conta” è stato nonno Bristìn, ma in quel momento io mi ritrovavo a frequentare addirittura un vero e proprio Master dei Giullari, dove apprendevo tecniche e forme, le più diverse, della fabulazione». Queste parole, uniche fra le tante scritte nella sua ultima opera, Dario Fo dedica nel suo racconto al paese dei Mezaràt, al secolo Porto Valtravaglia. E proprio a Porto, quella Porto dei vedriè, dei fabulatori, e delle serrande mai abbassate dei bar, delle pescate immaginarie e dei suoi primi viaggi in treno verso Brera, quella Porto sarà testimone del grande ritorno del “suo” Nobel. Dario Fo arriverà nel paese dei Mezaràt domenica prossima per una gita e un incontro con amici vecchi e nuovi. Una domenica che andrà sugli annali del paese, quella a venire. L’artista presenterà il paese dei Mezaràt alle ore 17 nel Salone Culturale della Pro Loco di Porto Valtravaglia. E’ un evento eccezionale, quasi imprevisto, anche se da tempo Comune, Pro Loco e il gruppo di RedAzione si erano messi in contatto con Fo per concretizzare una “rimpatriata” a Porto Valtravaglia, fra i ricordi degli anni ’20-’30. E chissà che tra il pubblico, Fo non riconosca i Nappa, i Tognetti, o i Sazzarini suoi compagni di banco nella classe quinta della scuola elementare di Porto Valtravaglia, assieme a lui, nell’anno scolastico 1936/37. Compagni di scuola che furono la sua prima platea, come ricorda nel suo libro: «Ogni tanto mi esibivo per i miei compagni di scuola. Ripetevo le storie del Magnan, del Bretela e del Dighelnò, infilandoci spesso mie variazioni e adattamenti. Quasi senza rendermene conto stavo acquistando un certo mestiere e un piccolo pubblico di affezionati ascoltatori».

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Pubblicato il 28 Gennaio 2003
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