Fermo l’ampliamento della casa di riposo di via Tasso

Busto Arsizio - La bufera giudiziaria ha bloccato la costruzione dell'ala per i malati di Alzheimer. Se per gli anziani ci sono cattive notizie all'orizzonte c'è un progetto che riguarda gli ex carcerati

Posti letto per malati di Alzheimer e terminali al palo. Poche settimane fa la casa di riposo comunale di via Tasso di Busto Arsizio era nell’occhio del ciclone. La vicenda giudiziaria non è certo stata archiviata, ma il clamore è passato. Se l’attività della residenza per anziani gestita dalla Cooperativa Prisma ha continuato ad andare avanti, c’è però un progetto importante che rischia di rimanere al palo, almeno per il momento. Si tratta della costruzione del secondo lotto della residenza che doveva ospitare venti posti letto per i malati di Alzheimer e terminali.
A ritornare sulla questione è stato lunedì sera l’assessore ai servizi sociali Franco Mazzucchelli durante la presentazione del piano di zona alla cittadinanza. «Purtroppo si tratta di questioni indipendenti dalla nostra volontà – ha poi confermato Mazzucchelli – sull’intera vicenda, nonostante la decisione del Tar, la magistratura deve comunque fare chiarezza». E fino a quando al posizione della Cooperativa Prisma non sarà chiarita, la convenzione stipulata dal comune resta ferma. Il protocollo, redatto nella passata giunta Tosi aveva infatti previsto che la società che avrebbe vinto l’appalto per la gestione della casa di riposo, si sarebbe incaricata della costruzione del secondo lotto. Allora si trattava di una finestra aperta verso l’allargamento.
Ma in occasione delle elezioni del maggio scorso, la Casa della Libertà aveva inserito fra le sue priorità questo allargamento della residenza per anziani comunale. «Fra l’agosto e il settembre scorso avevo ripreso in mano il progetto della costruzione del secondo lotto, ma dopo qualche tempo è emersa una situazione che poi è sfociata pubblicamente nelle settimane scorse con la sospensione della provincia» spiega l’assessore. Ora dunque non resta che aspettare la conclusione della vicenda giudiziaria che dovrà fare chiarezza sulle presunte irregolarità finanziare attribuite alla Cooperativa Prisma, che avrebbe gonfiato fatturazioni di pagamento anche ai danni del comune.
E se da una parte c’è l’amarezza per un progetto prezioso e di sicuro sollievo per famiglie che vivono la malattie dei loro congiunti, dall’altra sembrano esserci buone notizie che riguardano gli ex carcerati. A Busto Arsizio esiste quello che le statistiche hanno definito il peggiore penitenziario della Lombaridia. Le condizioni dei carcerati sono infatti note per essere molto precarie. Ma se l’amministrazione poco può fare per risolvere la situazione interna, all’orizzonte c’è un progetto che l’assessorato sta costruendo anche con l’apporto del cappellano del carcere don Silvano Brambilla. Si tratta della progettazione di una soluzione abitativa per coloro che sono appena usciti dal carcere e si trovano in situazioni disperate, senza casa lavoro e appoggi familiari. Di questo progetto ha accennato sempre Mazzucchelli durante l’assemblea ai Molini Marzoli, rispondendo all’appello lanciato da Olga Boni, rappresentante dei volontari che si occupano dei carcerati e delle loro famiglie.

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Pubblicato il 30 Aprile 2003
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