Ricattava l’operaia ucraina, arrestato presidente di una cooperativa
Varese – La donna, che voleva ricorrere alla sanatoria, era stata costretta a versare mazzette al datore di lavoro e alla sua segretaria. Blitz della Squadra Mobile negli uffici di Monza
Ancora un caso di estorsione, ancora immigrati costretti a pagare il datore di lavoro per restare in Italia regolarmente.
L’ultimo episodio risale a qualche giorno fa, teatro: Monza.
Una donna di nazionalità ucraina si è rivolta alla Polizia di Varese denunciando il presidente della cooperativa di Monza presso la quale lavorava da qualche tempo, da quando, sbarcata clandestinamente in Italia, aveva cercato di sopravvivere in qualche modo, facendo lavori in nero. I problemi sono sorti quando è scattata la possibilità di ricorrere alla sanatoria: il datore di lavoro, presidente della cooperativa Gec, che ha filiali a Como, Busto Arsizio e Monza e che fornisce personale ad aziende per facchinaggio o pulizia, ha cominciato a chiedere denaro alla sua operaia.
Prima 1000 euro poi la richiesta si è ripetuta; a quel punto la donna si è rivolta alla Squadra Mobile varesina, poiché la cooperativa ha una sede anche a Busto Arsizio.
E’ scattata quindi la trappola: l’immigrata ucraina si è presentata alla sede di Monza con le banconote, banconote che erano state precedentemente fotocopiate. Quando i soldi sono passati di mano, gli agenti di Monza e Varese sono entrati in azione. Il presidente della cooperativa non ha potuto negare l’evidenza, per lui sono quindi scattate le manette: si tratta di un uomo di 51 anni, residente a Nova Milanese, ma di origine siciliana, con piccoli precedenti. Insieme al presidente della Gec è stata arrestata anche la sua segretaria, una donna di 49 anni calabarese, residente a Biassono.
Come è risultato da perquisizioni nell’ufficio della cooperativa i due avevano formato una sorta di “associazione a delinquere” e insieme ricattavano gli immigrati irregolari che lavoravano alla Gec o ne erano soci e avevano deciso di ricorrere alla sanatoria. Molte le “ricevute” di avvenuti pagamenti da parte degli operai a presidente e segretaria.
Della vicenda si stanno occupando la procura di Monza e quella di Busto Arsizio. I due sono ora agli arresti domiciliari. L’accusa è estorsione.
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