L’imam accusato: «E’ una montatura»

Parla Addel Majid Zergout: non conosco le persone arrestate a Madrid. E insieme a lui, davanti alla moschea, anche Mohamad Raouiane

«Non conosco le persone arrestate a Madrid e non ho mai soggiornato in Spagna». Addel Majid Zergout, l’imam della moschea di Varese, commenta con poche parole le rivelazioni che vedono il suo nome inserito in una lista di terroristi marocchini, stilata dall’intelligence spagnola.

Mentre continuano gli arresti di marocchini in Spagna, incontriamo l’imam davanti alla moschea di via Giusti. 
«Non ho niente da dichiarare» dice dopo aver letto le notizie che lo chiamano in causa, con l’accusa terribile di essere un "dormiente", legato alla galassia terroristica marocchina che ha seminato il terrore a Casablanca e a Madrid.
Zergout ci fa una sorpresa; si presenta infatti con un altro esponente della moschea varesina, diventato improvvisamente famoso in questi giorni: Mohamad Raouiane, proprio l’uomo che il Marocco voleva arrestare e a cui l’Italia ha negato l’estradizione. La sua storia l’abbiamo raccontata ieri: rapito e torturato nel 2002 dai servizi segreti marocchini, fu rilasciato dopo la promessa di fornire informazioni sulle attività di reclutamento terroristico nelle moschee lombarde.
Domanda: cercavano proprio Zergout, i servizi del Marocco?
Zargout ha già avuto problemi con la giustizia, mai però una condanna, solo sporadiche attenzioni. Arrestato in Italia nel 1998, è stato rilasciato senza imputazioni e assolto. Nel 2000, in Marocco, è stato ancora trattenuto dalla Polizia, ma successivamente rilasciato. Qualche giorno fa, la sua abitazione di Malnate è stata perquisita dagli investigatori italiani. 
Gli chiediamo se conosce Jamal Zougam, l’uomo arrestato a Madrid e che alcuni testimoni dicono di aver visto sui treni della morte: «Non l’ho mai visto, non so chi sia» risponde. 

«E’ vero  – conferma – sono stato arrestato in Marocco nel 2000, ma sono anche stato rilasciato». Che cosa volevano sapere? «Mi hanno chiesto perché mi avevano arrestato in Italia nel 1998 – risponde – ma anche in quella occasione mi hanno rimesso in libertà senza problemi»:
Zergout è stato in Marocco l’ultima volta, proprio nel 2000.
Ribadisce di non aver mai soggiornato in Spagna: «Ci sono passato, in macchina, per andare nel mio paese, ma per noi marocchini è una cosa normale».
Parla con fastidio, dice che non ha mai lasciato suoi documenti a nessuno e che è assurdo che le cifre si trovino sui giornali; per questo sarebbe tutta una montatura dei servizi segreti:
«Se non fossi pulito non sarei qua, ma sarei già scappato» aggiunge, prima di salire su una macchina, insieme a Raouiane, e allontanarsi dalla moschea. 

All’incontro era presente anche Samir Baroudi, volto noto dei musulmani varesini: «Lo conosco come imam, non posso dire molto di più» ci racconta. Aggiunge un particolare: «Nella nostra moschea si viene per pregare ma qualche volta c’è qualcuno che vuole parlare di politica. Io non sono d’accordo e spesso lo dico ai ragazzi: lasciate stare la politica». Zergout è uno degli elementi più politicizzati? «E’ una persona molto convinta delle sue idee». Baroudi è preoccupato per le ripercussioni sui musulmani. Per Mafoudi, l’imam di Gallarate coinvolto in un giro di documenti falsi, aveva speso parole convinte di innocenza. «E’ una brutta storia – osserva oggi – speriamo che si risolva».


Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Marzo 2004
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