«No alla privatizzazione del Parco Alto Milanese»

Legambiente e Rifondazione Comunista criticano a una voce il progetto per la realizzazione di un centro sportivo con campi da golf nel Parco

Una vera privatizzazione di un parco pubblico sovracomunale, e con la scusa del “verde da vivere” e dell’attività sportiva, un’aggressione ad uno dei pochissimi spazi rimasti liberi dall’urbanizzazione selvaggia. Questi, in sintesi, i pareri raccolti durante la riunione tenutasi presso la sede di Legambiente Busto Arsizio con la partecipazione di Antonello Corrado, capogruppo di Rifondazione Comunista nel consiglio comunale, in rappresentanza dell’opposizione. La concomitanza dell’incontro di Villa Tovaglieri circa la legge sulla fecondazione ha impedito una più vasta partecipazione di esponenti dei partiti del centrosinistra locale. La questione sorse tre anni fa, quando, con delibera del 30 aprile 2001, l’Assemblea consortile del Parco Alto Milanese, composta dai tre sindaci di Busto, Castellanza e Legnano (assente quest’ultimo), approvò il progetto di un centro sportivo polifunzionale destinato a coprire un’area di 11.000 mq e tale da impegnare circa il 40% dell’area del Parco stesso compresa entro i confini del Comune di Busto Arsizio. Il centro comprenderebbe un campo da golf (pitch and putt) da 9 buche, altri campi da golf per la pratica, spazi per il beach volley, il calcetto, l’atletica, la mountain bike, all’interno del territorio comunale di Busto; e tiro con l’arco, orienteering, “percorso vita” nel territorio di Castellanza (presso l’attuale Baitina). Il tutto avrebbe la denominazione di Accademia dello Sport, strategicamente piazzata presso il sottoutilizzato PalaPiantanida di viale Gabardi. Tra i presenti alla riunione si è discusso di vari aspetti della questione, come la durata della convenzione stipulata tra il Comune di Busto e la società Polisportiva Parco Alto Milanese, tenendo conto che i lavori non sono iniziati entro un anno dall’approvazione del progetto, né sono ancora stati avviati; o ancora del timore che il consenso all’utilizzo del Parco come terreno di addestramento per i cani sia un cavallo di Troia per consentirvi la caccia (peraltro non vietata dalle leggi regionali nei parchi intercomunali, ma solo in quelli dal livello provinciale in su). Oggi qualche voce contraria al progetto si leva anche dalla politica, e persino il Sindaco di Legnano Cozzi si sarebbe recentemente espresso in senso contrario alla realizzazione dell’opera. Ad ogni modo, ciò che più irrita Legambiente è l’idea che passi ilo concetto “verde fruibile” per lavori di alto impatto, che circonderebbero di recinzioni (proibite all’interno del Parco) un’area vastissima e ne privatizzerebbero di fatto l’uso, oltre ad attirare ulteriore traffico automobilistico. Infatti, per quanto sia poco noto, la bellezza dei campi da golf ha un alto prezzo in termini di spropositati consumi d’acqua e diserbanti chimici; né si vede l’utilità di creare una nuova area per il golf in una Regione che conta già la bellezza di 52 campi da gioco.

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Pubblicato il 31 Marzo 2004
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