Corsi di antiterrorismo: la nuova frontiera del mondo del lavoro

Promossi da Enaip e da Logan's, si avvalgono di ex militari israeliani ed americani

Addetti alla sicurezza e personale generico di porti e aeroporti e del comparto industriale; ma anche impiegati di banche di uffici postali, della pubblica amministrazione e dei musei, guardie giurate e istituti di vigilanza. 
Categorie a rischio di atti terroristici e criminali, figure professionali da cui anche dipende la sicurezza e la prevenzione, di siti strategici così come di piccoli esercizi commerciali nel mirino della criminalità. È destinato a loro, il progetto Scudo
(Security Consulting United Didactics Organization) presentato ieri a Roma da Enaip e dalla Logan’s, società israeliana specializzata nella consulenza per la sicurezza anticrimine. Le cronache delle ultime orem e non solo quelle dall’Iraq, bastano e avanzano a ricordare che il tema della sicurezza tocca più che mai gangli della società civile e che proprio la società civile, alla luce degli 8000 obiettivi a rischio di attentati terroristici, non è più una zona franca, in nessun luogo. Varese con il suo hub di Malpensa, i suoi distretti industriali è in prima linea. Ed è possibile che i training antiterroristici avranno uno sviluppo anche qui, grazie alla sede Enaip locale. «A giorni avremo degli incontri con il direttore regionale – conferma il responsabile varesino Alfredo Giaretta – nei quali probabilmente verrà deciso se l’iniziativa potrà estendersi anche qui».  
Enaip è da sempre sul fronte della formazione e dell’attenzione al lavoro. Logan’s è tra i massimi esperti internazionali. Tradotto: i corsi si basano su moderne metodologie di sicurezza antiterrorismo israeliane ed americane, in conformità alle leggi internazionali e ai regolamenti europei. GIi istruttori saranno altamente qualificati:ex alti ufficiali dei corpi armati affiancati da istruttori formatisi in prima linea nella lotta al terrorismo, ex agenti dell’esercito israeliano, dei corpi speciali statunitensi.

A prima vista stupisce che sia il mondo cattolico dell’Acli, cui Enaip fa riferimento, a promuovere una tale inziativa: «Per le Acli – sottolinea il presidente di Acli Luigi Bobba – la scommessa e’ proprio quella di costruire nuove modalità di relazioni di pace». Mettere al centro la persona, dunque e la sua salvaguardia, per ridurre i rischi ma anche le paure diffuse.
Ma quali gli obiettivi? «Non la guerriglia, non la militarizzazione» rassicurano dalla Logan’s. Piuttosto «la prevenzione e riduzione dei rischi – ci racconta Micaela Mescolini, responsabile della comunicazione a livello nazionale  – l’identificazione delle possibili minacce di atti criminali e terroristici e la
protezione propria e altrui in caso di attentato o di aggressione». 
I 14 corsi, a partire da luglio, offrono ampie possibilità: corsi di base di 8 ore, fino ai più qualificanti da 50 ore, a seconda delle esigenze di informazione o di specializzazione richieste. Le simulazioni ricreeranno situazioni critiche di difficile gestione, per sviluppare le competenze nell’identificazione delle minacce, per l’autodifesa e la gestione del panico.

 

E di tecniche di difesa non armata, si sottolinea. 
Che rapporto c’è, chiediamo, tra questo progetto, e quel mondo sommerso di addetti alla sicurezza esposti ad ogni rischio, come in Iraq, di cui veniamo a conoscenza in questi giorni?. «Nessuno – risponde – se non il fatto che chiunque si dedichi alla sicurezza deve essere formato nel modo più serio e ampio possibile». L’intento, almeno a questo stato iniziale del progetto, è quello di fornire un know how a chi già si occupa di questo. «Non si esclude in futuro che questi corsi possano diventare una vera e propria offerta lavorativa per i giovani o chi è senza lavoro». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Aprile 2004
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