Le opposizioni sulle nomine nelle aziende: «E’ un continuo golpe»
Dal caso Bellora le minoranze prendono spunto per chiedere il coinvolgimento del consiglio nella scelta dei nomi
« Vorremmo ricordare al Sindaco che i diritti del primo cittadino ed i doveri conseguenti – in una democrazia priva di "unti dal Signore" – si nutrono di sereni confronti, rispetto delle Leggi, attenzione alla persone, nonché alla storia della Città che si amministra».
Il centrosinistra richiama così il primo cittadino a una posizione più moderata sulla nomine al consiglio di amministrazione della Fondazione Bellora. L’ente che gestisce l’omonima casa di riposo, amministrata da sempre dalla famiglia Bellora, contesta a Nicola Mucci la nomina di quattro consiglieri del cda non concordati preventivamente con la famiglia Bellora. La quale ha però ottenuto, come da statuto, la nomina del presidente. Le opposizioni allargano il discorso e accusano il sindaco di applicare sempre criteri spartitori blindati.
«Il Sindaco – dicono i consiglieri di minoranza – con un "golpe continuo" ed in base ad una logica meramente spartitoria , sentendosi forte del 50,2% dei voti e dimenticandosi il restante 49,8%,ha ampiamente disatteso quanto previsto dalla Legge dove si enuncia che il Sindaco sulla base degli indirizzi stabiliti dal Consiglio provvede alla nomina, alla designazione e alla revoca dei rappresentanti del Comune presso enti, aziende e istituzioni. Inutile dire che il Consiglio comunale non solo non ha mai votato questi indirizzi, ma ha spesso appreso solo dalla stampa nomi e nomine di iscritti, simpatizzanti, amici e conoscenti della maggioranza nei vari enti, il tutto con buona pace del principio primo del Consiglio comunale il quale ha, nelle sua completezza, funzioni istituzionali di indirizzo e controllo.
Poiché non è mai troppo tardi restiamo inattesa di discutere nella sede appropriata gli indirizzi per le nomine nella Fondazione Bellora».
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