All’ospedale è tempo di “grandi manovre”?
Cambio alla guida della geriatria del Circolo. Arriva il primario di diabetologia Marnini. Ma la scelta suscita qualche perplessità
Il primario di geriatria si congeda per andare a ricoprire un ruolo analogo al Niguarda di Milano. Il direttore generale affida l’incarico ad interim al primario di diabetologia che, per i prossimi sei mesi, si sdoppierà nei due incarichi. Se tutto andrà come dovrebbe andare, l’esperimento prenderà un assetto definitivo liberando così un "primariato" da riassegnare a qualche branca che "scalpita" per ottenere la promozione.
Questa è la trama che va in scena in questi giorni all’azienda ospedaliera di Varese dove, all’indomani della scelta del dottor Guido Bonoldi di trasferirsi a Milano, il direttore generale Roberto Rotasperti ha affidato l’incarico a Patrizio Marnini, internista di comprovata esperienza, che da qualche anno si occupa dell’ambulatorio di diabetologia, dopo aver lasciato l’endocrinologia con l’arrivo del professor Luigi Bartalena.
La soluzione prospettata, se a prima vista appare perfetta dato lo stretto legame che intercorre tra la geriatria e la diabetologia per affinità di pazienti, ad una valutazione più accurata lascia aperto qualche interrogativo.
Il diabete è una malattia in forte crescita: l’ambulatorio è portato avanti da 4 medici, tra cui lo stesso primario che che si occupa in prima persona dei pazienti, oltre a due professionisti a contratto. Nel 2025, l’Organizzazione mondiale della Sanità prevede che in Italia i diabetici saranno almeno 5 milioni, tre in più degli attuali.
La scelta di "accorpare" sotto la medesima direzione le due branche suscita perplessità: «Questa nomina – precisa il dottor Marnini – spero abbia una contropartita con il rafforzamento del personale medico dell’ambulatorio. In questi due giorni di attività in geriatria ho notato che il reparto richiede un livello di assistenza molto elevato. L’età media dei pazienti si aggira sugli 85/90 anni e le patologie sono sempre alquanto complesse e gravi».
A lasciare sorpresi, però, è anche la prospettiva strategica che il direttore Rotasperti ha abbozzato. «La scelta di dare al dottor Marnini in doppio ruolo – ha annunciato il direttore – libera un "primariato" che potrebbe essere utilizzato per fare emergere branche attualmente dipendenti ma che hanno un volume di prestazioni estremamente elevato. Penso alla chirurgia vascolare, pittosto che all’ematologia, oppure, ma solo in seconda battuta, alla chirurgia plastica ricostruttiva o a quella maxillo-facciale».
Una prospettiva che, stando ai tempi annunciati, si potrà concretizzare con l’apertura del nuovo ospedale. Che sia solo il primo di una serie di cambiamenti?
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