Autista Agesp multato, l’azienda stempera i toni

La leggenda urbana parla di inseguimento da parte della Polizia locale, patente ritirata, passeggeri infuriati: Zingale (Agep Trasporti) minimizza, Porfidio cerca testimoni

"Si tratta di esagerazioni: nessun inseguimento, nessuna patente ritirata, e nessun passeggero svenuto" minimizza Giuseppe Zingale, presidente di Agesp Trasporti. Il riferimento è a quanto avvenuto mercoledì 31 gennaio scorso in viale Venezia. Alle 9,45 circa il bus della linea 11 (quella di Sant’Anna) aveva eseguito una manovra scorretta lungo il viale, noto per il famigerato semaforo a tre tempi. Un’auto della Polizia locale, visto il bus allargarsi occupando parte della carreggiata, lo ha superato e fermato. All’autista sono stati chiesti documenti e patente e gli è stata contestata una sanzione. Ben presto la notizia, nel più tipico spirito della leggenda urbana, si è infiorata di dettagli inverosimili, con tanto di inseguimento ad alta velocità (con un semaforo simile di mezzo?) degno del film "Speed", passeggeri che venivano sballottati di qua e di là fino a perdere i sensi, auto dei vigili inchiodata davanti al mezzo, accesa discussione per strada ("non potete multarmi, sono del trasporto pubblico" avrebbe detto l’autista agli agenti secondo fonti non verificabili), patente ritirata – e poi subito restituita – autista sull’orlo del licenziamento, eccetera. "Se le cose fossero andate davvero così dovremmo licenziare l’autista, ma anche la Polizia locale ci ha confermato che non c’è stato altro che la contestazione di un’infrazione al Codice stradale" riferisce Zingale. "Posso capire semmai la seccatura per gli utenti, che hanno perso cinque-dieci minuti" . Nessuna scena da Far West, insomma, e nessun insabbiamento per l’azienda.

Chi non ne è così sicuro è l’ex
consigliere comunale
Audio Porfidio,  che nel pomeriggio di mercoledì era stato avvicinato da una signora, testimone del fatto in quanto a bordo del mezzo, per riferirgli quanto accaduto: da qui poi l’ingigantirsi del fatto, passato di bocca in bocca ma con pochi testimoni diretti. Ora Porfidio lancia un appello pubblico: se qualcuno era sul bus incriminato ha assistito alla scena, all’ora e nel posto in cui il "fattaccio" si è verificato, riferisca la sua versione dei fatti a La Voce della Città (contatti). 

 

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Pubblicato il 06 Febbraio 2006
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