Biblioteca, un servizio ancora carente: gli studenti raccolgono le firme
Un gruppo di circa sessanta studenti universitari, abituali frequentatori della Biblioteca civica, scrive a La Voce della Città
Scoppia a Busto il "caso Biblioteca": a lanciarlo è un gruppo di studenti universitari, frequentatori abituali della struttura di piazza Vittorio Emanuele II. "Purtroppo in questo periodo abbiamo potuto assistere ad un servizio comunale che non funziona esattamente nell’interesse dei suoi utenti, benchè sulle pagine dei giornali appaia in continuo e miglioramento ed ampliamento". Si apre così la lettera aperta, corredata da oltre sessanta firme, e indirizzata a La Voce della Città, che l’ha subito sottoposta all’attenzione del commissario prefettizio Paolo Guglielman.
Gli studenti riferiscono che il servizio può anche risultare soddisfacente per l’utente occasionale, ma lo stesso non vale per chi, come loro, frequenta la Biblioteca per molte ore al giorno. Si comincia dal piazzale ricolmo di cartacce e mozziconi di sigaretta, che nella bella stagione "diventa un rumoroso bar all’aperto" (e Dio sa se il silenzio non è d’oro, per chi studia in biblioteca!). Ma non basta: "i posti per lo studio risultano insufficienti nei periodi di preparazione alle sessioni di esame, (…) con le luci nelle sale rotte che, nei giorni bui, non permettono neppure di risucire a leggere (…), oppure con il numero di prese elettriche del tutto insufficiente, visto l’uso ormai imprescindibile del computer portatile per lo studio e la stesura delle tesi di laurea – fatto cui alcuni studenti hanno cercato di ovviare chiedendo al personale delle spine multiple mai arrivate, e utilizzando quindi spine portate da casa".
Ma quello che più colpisce gli studenti è "l’installazione da quasi un anno di un computer, ora due, con connessione ad Internet che però, non sappiamo per quale motivo, non possono essere utilizzati. La biblioteca di un Comune grande come Busto non ha una connessione ad Internet per il pubblico, mentre biblioteche più piccole, come per esempio Castellanza, ce l’hanno già da tempo – alcune persino gratuita!". Il tutto, come detto sopra, corredato di una eloquente lista di firme e inviata a La Voce della Città nella speranza di non dover attendere "i tempi lunghissimi della burocrazia". Dalla sede del movimento fondato da Audio Porfidio il documento è stato inoltrato al commissario Guglielman, ormai visto, quasi suo malgrado, come taumaturgo e salvatore della patria bustocca: a lui risolvere anche questo nodo e migliorare il servizio per gli studenti.
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