«Il problema è la razionalizzazione dei costi»
Inefficienze del servizio postale: parla il segretario della Cgil per i lavoratori della comunicazione
«Besozzo non è un’eccezione» afferma il segretario generale della Cgil per i lavoratori della comunicazione Claudio Cauzzo, «disagi simili si sono verificati in altri comuni della provincia.»
«Il problema è che non esistono squadre di scorta: quando qualcuno manca per malattia o problemi personali gli altri si devono fare carico del lavoro aggiuntivo. Il personale è al limite e quando, per la stagione e per le particolari condizioni di lavoro, coincidono le malattie, il servizio postale si intasa. »
«Durante la stagione delle ferie molti uffici postali sono costretti a chiudere o a ridurre l’orario per la mancanza di personale» spiega Cauzzo. «In alcune zone della fascia pedemontana sono state soppresse dell filiali con evidenti disagi per gli utenti e sovraccarico di lavoro per il personale che si trovano sempre più spesso a fare straordinari per non accumulare ritardo.»
Il responsabile sindacale sostiene che il frequente ricorso a personale a tempo determinato non è una soluzione. «I portalettere che hanno un contratto per pochi mesi impiegano molto più tempo nelle consegne perché non conoscono il territorio. Inoltre una persona non è motivata a ricordarsi vie e numeri civici, quando la prospettiva è di lavorare per poche settimane e poi passare ad altro.»
Negli ultimi anni sono stati tagliati circa 400 posti di lavoro in provincia di Varese e la riduzione di personale ha avuto conseguenze anche sui tempi di consegna. Claudio Cauzzo racconta: «da quando è stato soppresso il CPO di Varese, tutta la posta viene lavorata a Roserio o Peschiera Borromero in provincia di Milano. Il lungo trasporto comporta ritardi nella consegna alle filiali e la posta non riesce ad essere smistata in tempo per l’uscita quotidiana del portalettere.»
Il segretario generale per i lavoratori della comunicazione tiene a precisare che «il problema non è delle filiali o dei direttori, perché i tagli del personale vengono decisi a livello regionale, non locale. Gli uffici postali si ritrovano a gestire i disagi e le lamentele, ma la colpa non è loro ed è solo a Milano dove si possono migliorare i servizi.»
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