Regione, via libera alla regolamentazione dei phone-center
Regole più severe per la loro apertura, pieni poteri ai Comuni nel rilascio delle autorizzazioni: passa in commissione attività produttive un disegno di legge
Piena competenza ai Comuni sia per individuare criteri e aree idonee all’apertura di phone-center sul territorio, che per stabilire gli orari di apertura e chiusura (fatte salve le 13 ore tra le 7 e le 22 consentite dalla normativa nazionale); individuazione di precise normative igienico-sanitarie equiparate ai criteri vigenti per gli altri esercizi commerciali; massimo un anno di tempo dall’entrata in vigore della legge perché i phone-center già aperti e in attività si mettano in regola, pena la chiusura. Sono queste le principali indicazioni contenute nel progetto di legge sui phone-center approvato oggi in Commissione “Attività produttive” con la sola astensione di Rifondazione Comunista e il voto favorevole degli altri gruppi presenti (Forza Italia, Lega Nord, Alleanza Nazionale e Democratici di Sinistra).
«Ringrazio tutti i componenti della Commissione –ha detto il relatore del provvedimento Gianni Rossoni (FI)– perché grazie alla reciproca disponibilità e collaborazione siamo riusciti a unire in unico testo i diversi progetti di legge inizialmente presentati. Ora anche i phone-center potranno in Lombardia essere finalmente sottoposti a una normativa chiara e precisa, evitando così concorrenze sleali e turbative dell’equilibrio commerciale nelle zone interessate dalla loro presenza».
«Il progetto di legge approvato –gli ha fatto eco il presidente della Commissione Carlo Saffioti (FI)- non è né buonista né cattivista, ma equilibrato, e costituisce una risposta di civiltà rispetto alle richieste e alle necessità dei cittadini e dei Comuni. In questo modo la Regione valorizza la serietà e la responsabilità degli operatori di settore mettendo fuori gioco speculatori e avventurieri che facevano di questa attività fonte esclusiva di lucro».
Al 31 dicembre 2005 i phone-center registrati presso la Camera di Commercio di Milano erano 546, quelli complessivamente presenti e operanti in Lombardia circa 2mila e 300. Nati inizialmente per rispondere alla crescente domanda di telecomunicazione internazionale della popolazione extracomunitaria immigrata, i centri di telefonia si sono poi sviluppati anche come punto di erogazione commerciale di beni e servizi complementari quali schede telefoniche, generi e prodotti alimentari e servizi di trasferimento internazionale di denaro, costituendo in alcuni casi anche elemento di turbativa per la quiete e la sicurezza pubblica del territorio.
«Più sicurezza, più tutela e più rispetto dei cittadini: è questo –ha detto Pietro Macconi (AN)– il risultato raggiunto con il contributo decisivo di Alleanza Nazionale in materia di regolamentazione dei phone-center».
Soddisfazione è stata espressa anche da Giosuè Frosio (LN), che ha così commentato: «La Lega Nord avrebbe preferito orari di apertura più ristretti e più severi, sulla base delle normative vigenti in materia di sicurezza. In ogni caso poniamo finalmente fine alla jungla dei phone-center e al loro proliferare selvaggio, dando un anno di tempo ai centri esistenti per mettersi in regola».
Così infine Ardemia Oriani ha motivato il voto favorevole dei Democratici di Sinistra: «Grazie al nostro lavoro un testo che all’inizio era configurato essenzialmente come un provvedimento di ordine pubblico, si è poi tramutato in un testo di normazione delle attività di servizio, senza introdurre discriminazioni nei confronti degli immigrati e dando contemporaneamente valide risposte alle esigenze delle comunità locali».
Il provvedimento passerà ora in aula per la sua approvazione definitiva.
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