Bach e Mozart per le foglie, Beethoven contro i predatori

Sabato 1° luglio nell'ambito dei "Concerti di Villa Caproni" degustazione del vino "Do 12 Uve" che nasce da viti coltivate a suon di musica classica

Se passando nei pressi dell’azienda agricola "Il Paradiso di Frassina" di Montalcino dovesse capitarvi di sentire tra il fruscio delle foglie le note di un concerto di Mozart o di Beethoven non abbiate paura, non state impazzendo. Vi siete semplicemente imbattuti in un singolare progetto eno-musicale che porta la firma di Carlo Cignozzi, esperto viticoltore montalcinese che da qualche anno cresce le sue viti a suon di musica classica.

Carlo Cignozzi domani sera sarà l’ospite, davvero speciale, della seconda serata dei Concerti di Villa Caproni, dove nell’intervallo tra il concerto del tramonto e quello della sera offrirà in degustazione il suo "Do 12 Uve", vino musicale nel vero senso della parola.

"Ho voluto creare dopo trent’anni di esperienze montalcinesi un angolo di Paradiso ove dar vita alle mie intuizioni sui vini e il territorio, immaginando, oltre al Brunello, nuovi vini quali “Do 12 Uve" e Gea Sant’Antimo nell’ambito di un progetto musicale inedito quanto stimolante – racconta Cignozzi – Più volte ho accompagnato sin da ragazzo i vendemmiatori al suono della fisarmonica e ho sempre avuto la sensazione che l’armonia musicale potesse creare un’atmosfera magica sulle uve e sui mosti".

Nel creare il suo Paradiso di Frassina, Cignozzi ha quindi “sonorizzato” prima le cantine e poi ha iniziato a sperimentare la diffusione della musica lungo i vigneti di Brunello che circondano a conca il Paradiso: " L’effetto delle note che si diffondono tra i filari crea un habitat suggestivo e inconsueto conferendo al paesaggio un che di romantico e fiabesco".

Dietro c’è uno studio sui vari generi della classica, in relazione alle diverse "esigenze musicali" delle viti: "Bach e Mozart, Vivaldi e Scarlatti sono i protagonisti del periodo foliare della vite – spiega – mentre i sinfonici, da Beethoven a Mahler, dominano i filari nel periodo della maturazione per cacciare i predatori dell’uva". Un esperimento che ha suscitato l’interesse dei ricercatori della Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze con i quali Cignozzi sta studiando, sia in campo che in vitro, gli effetti delle frequenze sonore sull’apparato radicale, foliare e floreale della vite, con un occhio particolare alla patologia parassitaria e fungina. Ci vorrà del tempo per trarne qualche conclusione, ma ritengo comunque che dare musica alle vigne sia uno stupendo modo di coniugare poesia e ricerca!".

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Giugno 2006
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