Buoni pasto, nuove regole dalla parte dei ristoratori
La riforma della disciplina sui ticket al centro di un incontro organizzato dall'Ascom di Varese
Gli esercenti chiedono regole sempre più severe contro le minacce di un mercato “selvaggio”, le società emettitrici di ticket cercano soluzioni per sopravvivere ad una concorrenza sempre più agguerrita. Sui buoni pasto il dibattito è acceso da tempo anche se, con le nuove regole introdotte in materia dal Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 18 novembre 2005, qualche passo in avanti sembra essere stato fatto.
Se ne è discusso questo pomeriggio alla sede Ascom di Varese in un convegno che ha visto l’intervento di alcuni esponenti nazionali delle associazioni di categoria degli esercenti e delle società emettitrici di buoni pasto ma anche la scarsa partecipazione del pubblico dei ristoratori. «Mi aspettavo una risposta maggiore da parte dei nostri associati – ha commentato il presidente di Ascom Giorgio Angelucci – l’argomento è estremamente interessante e questa è un’importante occasione per discuterne».
A livello nazionale il mercato dei ticket per il pranzo muove infatti un valore che supera abbondantemente i duemila milioni di euro per un totale di due miloni di buoni pasto utilizzati al giorno: una quota determinante per la ristorazione soprattutto nei periodi in cui il turismo è scarso. Lo ha sottolineato in modo particolare Giordano Ferrarese, presidente dell’Associazione provinciale dei ristoratori di Varese: «La nostra provincia resta un territorio a forte vocazione industriale e i nostri esercenti sopravvivono anche grazie al servizio di pausa pranzo che prestano alle imprese e alla pubblica amministrazione. Mi auguro che la riforma della disciplina dei buoni pasto possa risolvere i problemi del settore».
Problemi che riguardano principalmente i ritardi nei pagamenti, le forti commissioni trattenute sui prezzi dalle società emettitrici e la gestione dei titoli scaduti. «Posso immaginare lo stato d’animo dei nostri esercenti e la loro preoccupazione nei confronti di questa situazione che sembra non trovare una soluzione – ha osservato Lino Enrico Stoppani, presidente nazionale della Federazione italiana dei pubblici esercizi (Fipe) – ma le nuove regole introdotte dal decreto ministeriale rappresentano un passo importante verso la regolamentazione del settore».
«Le novità riguardano i requisiti richiesti alle società di emissione che dovranno essere dotate dell’autorizzazione del Ministero delle attività produttive, ottenere la certificazione del bilancio e versare un capitale di almeno settecentocinquantamila euro – ha spiegato Marcello Fiore, Vicedirettore generale della Fipe nazionale -. Inoltre è stato finalmente fissato il termine massimo per il pagamento delle prestazioni dei nostri ristoratori che non potrà superare i 45 giorni».
Dalla controparte è espresso infine Sandro Fertino, presidente dell’Associazione nazionale delle società emettitrici di buoni pasto (Anseb): «La nostra necessità era quella di regolamentare un mercato dove i problemi principali sono la concorrenza e le new entry. Se lasciato libero questo sistema non può sopravvivere in modo corretto: chiediamo per questo più chiarezza e la formazione di veri e propri principi contabili che permettano di vautare la serietà e la solidità delle società che rappresento».
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