Consiglio comunale, si ride per non piangere

Accade di tutto: rimpasto di Giunta a sorpresa (fuori Carenzi, dentro Crespi), Speroni di nuovo presidente del consiglio, Cornacchia (FI) attacca Farioli e rompe subito con la maggioranza

Esordio disastroso per il nuovo consiglio comunale alla sua prima convocazione dopo le elezioni. Gli echi delle lotte feroci per gli assessorati nella maggioranza ( e soprattutto in Forza Italia) non si erano ancora spenti, a tal punto che la Giunta arrivata oggi in consiglio era diversa da quella annunciata sabato: sui banchi degli assessori non sedeva l’indipendente Angelo Carenzi con le annunciate deleghe in materia di sanità, bensì Mario Crespi (Forza Italia) con le deleghe agli affari legali e generali, ai rapporti con il Tribunali ed alla gestione del patrimonio. In pratica, si è sacrificato l’indipendente Carenzi (che comunque guiderà la prevista Fondazione sanitaria, ha confermato Farioli) per sistemare gli ultimi tasselli rimasti scoperti. In consiglio sono inoltre subentrati, in sostituzione dei quattro consiglieri nominati assessori (Luciano Lista, Luigi Chierichetti, Mario Crespi e Giampiero Reguzzoni) Francesco Lattuada, Paolo Cicero e Alessandro Chiesa per Forza Italia e Antonio Raimondi per la Lega,

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La coperta per quanto riguarda gli incarichi era comunque corta, cortissima, e se ne è avuta dimostrazione in aula. Se l’ingresso di Crespi in Giunta ha smosso le acque anche sul fronte della presidenza del consiglio – dove la maggioranza ha abbandonato la prevista nomina di Bottini in favore della riconferma dell’esperto Francesco Speroni, con Paolo Genoni (FI) e Alberto Grandi (Ulivo) quali vicepresidenti, c’è tuttavia chi, rimasto a bocca asciutta, non ha mancato di farsi sentire. Diego Cornacchia (foto in basso a destra), eletto consigliere per Forza Italia tornando in consiglio comunale per la prima volta dal 1993 (l’ultimo consiglio della Prima Repubblica, mandato a casa dal ciclone della Tangentopoli varesina), ha infatti attaccato con veemenza il sindaco Gigi Farioli, lasciando basiti i compagni di partito e guadagnandosi un’inevitabile, clamorosa espulsione. Il fatto ha messo in ombra anche il giuramento del sindaco di fronte ai consiglieri, un’innovazione legale portata a compimento su iniziativa dello stesso Speroni, nonchè il discorso di Farioli sugli indirizzi di programma, peraltro tacciato di genericità dalle opposizioni (l’ex sindaco Rosa ha più volte lamentato la mancanza di vari documenti e delibere di cui i consiglieri avrebbero dovuto disporre).

Cornacchia non apparteneva ad alcuna delle correnti interne di Forza Italia, ma contava sulle numerose preferenze degli elettori come strumento da far valere nella disputa per le poltrone che contano. "Belle parole, ma senza sostanza": così Cornacchia ha liquidato il discorso d’insediamento di Farioli, che aveva ripercorso i punti salienti di programma: su tutti il Patto per lo sviluppo sostenibile e competitivo, il coordinamento dell’area Malpensa, la nuova struttura sanitaria territoriale che Carenzi dovrà pianificare e coordinare con Gallarate e la Valle Olona, ma anche i riferimenti al dialogo, al radicamento nei valori e alla sussidiarietà. Cornacchia contestava a Farioli di non averlo mai incontrato di persona dopo il voto, e ha sminuito il sindaco dichiarando che dopo la vittoria del centrosinistra alle politiche "qualunque piripicchio sarebbe stato eletto sindaco con Forza Italia, ma siamo stati noi consiglieri a farci un mazzo così per farla eleggere, altro che la volontà di Dio e del popolo". Parole come pietre fra i boati del pubblico, e le prime grida di "Fuori, fuori!". "Lei è ostaggio della Lega, con tre assessori e la presidenza del consiglio" tuonava Cornacchia, mentre qualcuno già proponeva alla stampa di raccontare questo e quello per screditarlo, segno che il temporale era largamente previsto. "Lei si è sputtanato in modo indecente (sic) promettendo che solo otto sarebbero stati gli assessori, quando poi ne abbiamo visti dieci, e non ha rispettato le indicazioni degli elettori…" Di fronte alla veemenza dell’attacco, la replica di Forza Italia con Bottini e Cicero, la successiva sfuriata difensiva di Audio Porfidio (La Voce della Città), chiamato in causa dalla maggioranza con un paragone forse non del tutto arbitrario, ma non felicissimo ("a me avete proposto una poltrona anche di recente, ma non l’ho voluta: vergognatevi!") l’imbarazzo palpabile di Ulivo e buona parte della maggioranza, passavano decisamente in secondo piano. "I panni sporchi si lavano in famiglia" sentenziava Orsi per Forza Italia: ma Cornacchia è stato di parere opposto. E per l’amministrazione Farioli, anche se i numeri, di per sè, restano solidi e rassicuranti, sono già tempi grami.

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Pubblicato il 23 Giugno 2006
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