La comunità islamica accoglie bene la nomina di Fassa

Attesa per il nuovo ruolo dell'ex sindaco di Varese. Mafhoudi: "Siamo moderati, diciamo no al terrorismo"

 Un altro venerdì di preghiera in strada per la comunità islamica gallaratese. Circa 200 persone si sono riunite davanti all’ex centro culturale di via Peschiera a Cedrate. È stato un venerdì particolare, il primo dopo la manifestazione della settimana scorsa, con la marcia pacifica fino a piazza Libertà, in pieno centro città, per rivendicare il diritto alla casa di Allah, un luogo di culto stabile dove riunire la comunità. A margine della preghiera sono intervenuti anche il vicequestore Giovanni Broggini e l’avvocato dei musulmani, Bruna Tatiana Ruperto: dopo alcuni minuti di concliaboli e trattative, le parti, alle quali si sono aggiunti anche Samir Baroudi, portavoce della comunità islamica varesina e Mohamed Rachdi, a sua volta portavoce dimissionario degli islamici gallaratesi, si sono accordate. Niente marcia da Gallarate a Varese domani pomeriggio, sabato 10 giugno, ma solo presidio e manifestazione alle 14.30 davanti alla sede della Prefettura del capoluogo di provincia.

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La preghiera si è svolta come sempre pacificamente, sotto gli occhi vigili delle forze dell’ordine, pronte ad intervenite in caso di altre decisioni estemporanee degli islamici. Nel sermone, tradotto da Boroudi, si è sottolineata l’importanza dell’elemosina, al Zakat, uno dei pilastri fondamentali dell’islam: è nata anche la proposta di autotassazione per aiutare le famiglie in difficoltà e chi è senza lavoro. Inoltre è partito l’invito a partecipare alla manifestazione di domani, per rivendicare il diritto ad un luogo di culto. Se la preghiera è stata tranquilla e i toni si sono mantenuti nell’alveo della pacatezza, al termine Rachdi e Karthaoui, i due portavoce che ieri sera hanno rassegnato le dimissioni, hanno alzato il tiro: «Il sindaco è ormai diventato antislamico – hanno detto in coro -, quello della moschea è diventato un fatto personale. Ci hanno imbrogliato indicandoci lo stabile da acquistare, promettendoci il cambio di destinazione d’uso e poi negandoci ogni diritto. Siamo invece contenti che sia stato scelto Raimondo Fassa come assessore alla Cultura, speriamo favorisca il dialogo». All’origine dei motivi che hanno spinto Rachdi e Karthaoui a rassegnare le dimissioni da portavoce «le continue pressioni subite in questi mesi. Le autorità ci hanno preso come i capi, ma noi siamo solo mediatori, non decidiamo un bel niente. Abbiamo preso 4 o 5 denunce solo perché ci individuano come i responsabili di tutto, ma non volgiamo fare i capi espiatori di nessuno».

Alla preghiera ha partecipato anche l’ex imam Mohamed Mafhoudi: «In questi giorni stiamo vedendo che le forze di interposizione internazionale stanno combattendo per eliminare il terrorismo in Iraq – spiega l’ultima guida spirituale della comunità islamica gallaratese (da quando è stato chiuso il centro di via Peschiera la situazione “gerarchica” è in fase di stallo) -, io penso che oltre alle armi bisogna usare saggezza e buon senso per superare gli ostacoli. Anche a Gallarate spero che si andrà in questa direzione: la nomina di Fassa mi fa piacere, a breve cercherò un contatto con lui. Noi siamo contro terrorismo e fondamentalismi, la comunità gallaratese è pacifica e moderata, spero lo capiscano tutti».

Gli islamici gallaratesi, per bocca del legale Bruna Tatiana Ruperto, hanno anche annunciato di aver scritto alle più alte cariche dello stato, ministro egli Interni Amato e il suo vice Minniti in primis, perché si interessino alla questione di Gallarate: «Qui si viola la Costituzione – ha detto l’avvocato -, il malcontento degli islamici è giustificato e per tutta risposta vengono segnalati alle forze dell’ordine portavoce e io stessa, quando abbiamo cercato la scorsa settimana di fermare la manifestazione. È ora che qualcuno intervenga dall’alto». Domani, sabato 10 giungo, i portavoce degli islamici dovrebbero essere ricevuti dal Prefetto di Varese Roberto Aragno. Un’altra puntata di questa vicenda che sembra senza fine.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Giugno 2006
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