Parte il Mondiale 2006: tutti dietro il Brasile
Favorite, outsider e novità della rassegna tedesca
Finalmente si parte. Dopo le tante, troppe parole, la palla passa al campo. I Mondiali di Germania 2006 partono con un inedito confronto tra i padroni di casa e il Costarica. Il pronostico appare scontato, ma nelle menti di tutti c’è il gol del camerunese Oman Biyik a Pumpido nell’esordio del mondiale italiano 16 anni fa. L’Italia comincia lunedì 12 giugno, alle 21, ad Hannover contro il Ghana: tra infortuni e rattoppi, gli azzurri sperano di poter ripetere il miracolo del 1982, quando il calcio fu travolto da un altro caso scommesse. I ragazzi di Lippi scenderanno in campo a Kaiserslautern sabato 17 giugno alle 21 contro gli Stati Uniti e giovedì 22 giugno alle 16 ad Amburgo contro la Repubblica Ceca. Facciamo un rapido excursus sulle favorite, le novità e le possibili outsider.
Favorite
Impossibile non citare il Brasile. Basta scorrere l’elenco dei convocati: Dida, Roberto Carlos, Cafu, Emerson, Kakà, Ronaldinho, Juninho, Ronaldo, Adriano, Robinho. Una rosa formidabile, una delle migliori di sempre. Ma giocano in undici, come tutti gli altri, e l’ultima volta che sono partiti con tutti i favori del pronostico, nel 1950, in casa, è finita in tragedia, con l’Uruguay a festeggiare. Dietro i carioca una serie di squadre che possono battere chiunque. La Germania, padrona di casa, con una squadra non eccezionale, ma si sa che i tedeschi arrivano in fondo, sempre: la stella è Ballack, Klose e Podolsky davanti fanno paura, il resto è poca cosa. E poi l’Argentina del giovane funambolo Lionel Messi; la Francia dell’ultimo Zidane e di Henry, Trezeguet, Vieira; l’Inghilterra, forse il centrocampo più forte del mondiale, con Lampard, Beckham e Gerrard; l’Italia, con Totti atteso alla consacrazione mondiale e tanti bravi giocatori che hanno l’ultima occasione per diventare grandi; la Spagna, con una serie di giovanissimi che possono coronare il sogno iberico di vincere finalmente qualcosa, da Fabregas a Reyes, fino al “Niño” Torres e Sergio Ramos, Puyol e Xabi Alonso.
Outsider
Se Shevchenko sta bene, l’Ucraina può fare benissimo: è stata la prima europea ad essere promossa al mondiale, ha una batteria di giovani reduci dal secondo posto nell’europeo under 21 e la nuova punta del Chelsea che può fare gol a tutti. L’Olanda di Van Basten, che da allenatore ha dimostrato di essere quantomeno coraggioso come quando calcava i campi: ha lasciato a casa gente come Makaay e Seedorf, punta sui ragazzini, con Cocu, Van Nisterloooy e Van der Sar a fare da chiocce. Se lo seguono, può andare lontano. Il Portogallo di Deco e Cristiano Ronaldo è la solita incognita: manca la punta, come sempre, ma per il resto è una squadra poco più che mediocre. Il Messico non perde da mesi, è una squadra compatta, senza stelle, ma tignosa e guidata con mano di ferro da La Volpe. L’Australia in sé ha una formazione “normale”: la vera forza è in panchina, dove siede Guus Hiddink, l’uomo che ha portato al quarto posto la Corea del Sud, dopo aver eliminato Italia e Spagna. Infine la Svezia di Ibrahimovic e Larsson: una squadra giovane e brillante che potrebbe fare bene, anche se in difesa e a centrocampo ha dei buchi piuttosto evidenti.
Novità
Arrivano dall’Africa. Il Ghana è nel girone dell’Italia, ha una squadra fisicamente imponente, guidata dagli “europei” Appiah, Muntari e soprattutto Essien, asso del Chelsea. Il Togo è altrettanto forte fisicamente, ma ha meno tasso tecnico: la stella è Adebayor, punta spilungona dell’Arsenal. Un po’ troppo poco per sperare in qualcosa di buono. L’Angola è la vera cenerentola: non ha stelle nel vero senso della parola, ma Mantorras, velocissima punta del Benefica, può stupire. La più forte delle africane è la Costa d’Avorio: Drogba e la coppia difensiva dell’Arsenal Tourè-Ebouè garantiscono compattezza e forza, in più ci sono Boka, Kalou, Zoro e Dindane, pronti al salto nel calcio che conta. Ultima novità, non africana ma senz’altro colorata e vivace, Trinidad e Tobago: promossa dopo lo spareggio contro Bharein, i rossoneri sono allenati da Leo Beenhakker. La stella è Dwight Yorke, ex Manchester United: a 35 anni è l’unico uomo d’esperienza in un team di facce nuove.
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