Referendum: “Bene così! Mica tanto!”

Le riflessioni dei lettori: tra cori e fischi per i risultati del referendum

Dopo i risultati del Referendum occorre chiedere come fanno gli elettori che hanno dato, nel Varesotto una schiacciante vittoria al SI, ad essere soddisfatti dei risultati, estremamente negativi o nulli per il nostro territorio, prodotti dall’ immenso Potere , come nessuno nel centro destra ha avuto, soprattutto nel sottogovermo, dei Bossi, dei Maroni, dei Fontana, dei Bonomi ecc.ecc..

Ebbene, credo, che ognuno di noi in quanto cittadino e lavoratore possa testimoniare il nulla prodotto : io tutti i giorni mi reco a Milano per lavoro o col treno o con l’auto, ebbene, se consideriamo lo stato di abbandono ed incuria dei treni e delle stazioni, dei ritardi che quotidianamente subisce chi si reca a Milano , anche, ora, dopo il Passante, ho l’impressione che la situazione non sia molto diversa, se non peggiorata, rispetto ai primi tempi in cui da studente ( più di 30 anni fa) mi servivo del treno per andare a Milano e mi vien da chidere che cosa hanno fatto, oltre a prendere lauti compensi, coloro che hanno, in nome del Federalismo, rappresentato la Lega Nord nelle società delle Ferrovie.Per quanto, riguarda l’autostrada stendiamo un velo pietoso: io, quando devo usare l’auto, sono costretto a partire da Buguggiate alle 6,30 per essere a Milano (50 km) alle 8.00, per evitare, quando mi va bene, di percorrere a passo d’uomo il tratto Busto Arsizio – Certosa. Chiediamoci cosa ha fatto la Lega Nord per questa autostrada, ad esempio, contro gli aumenti annuali che l’hanno resa forse la più cara. Certo il Presidente della Provincia, ad ogni aumento fa la sua carnevalata federalista ai caselli, ma gli aumenti rimangono. Forse la Lega Nord nel suo straparlare non si è ancora resa conto che sta trascinando il nostro territorio, uno dei più avanzati d’ Europa, al livello di una provincia meridionale qualsiasi. Altri, esempi della meridionalizzazione che questi decenni di amministrazione leghista hanno prodotto (sembrano barzellete ma sono fatti reali). Bastano 10 cm di neve e siamo tutti bloccati, Varese rimane l’unica citta lombarda senza un circonvalazione, e ora siamo, come qualsiasi città meridionale, alla mancanza d’acqua. Vien da dire basta Devolution , altrimenti precipitiamo in Africa. Speriamo che da oggi i politici di casa nostra ricomincino a far parlare la politica dei fatti concreti che risolvano, prima di tutto, i problemi quotidiani della gente. Per i sogni e le favole c è sempre tempo, a meno che non si voglia nascondere con esse le proprie incapacità di amministrare.

Niada Giorgio
Buguggiate

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Caro Direttore,

Sono un ragazzo di 24 anni, che vive nel famoso NORD PRODUTTIVO da sempre, i miei genitori, parenti e le mie tradizioni sono a sud del Po.

Vorrei rispondere all’Onorevole (non tanto, dopo quello che dice) Speroni, io non mi ricordo, ma mi fido di chi me lo dice, ma gli anni del miracolo italiano, in tutto il meridione erano presenti cartelli con scritto di venire al nord che c’era tanto lavoro… quanti giovani hanno lasciato le proprie famiglie e si sono fatti un viaggio lungo, non c’erano gli eurostar e non avevano neanche i soldi per permetterselo, sono arrivati al nord con la speranza di trovare quel lavoro promesso… si sono fatti il culo (chiedo scusa, ma con altre parole non aveva lo stesso effetto!!!), si sono fatti una casa, una nuova famiglia, loro si che si sono fatti da soli.MI racconta mio padre che quando lui è venuto a Milano, gli hanno chiuso tutti la porta in faccia, poche erano le persone che erano disposte ad aiutarlo, e con aiuto intendo una stanza da affittare… c’era milanesi che piuttosto lasciavano l’appartamento chiuso, che darlo ad un terrone… adesso succede con gli extracomunitari.Mio padre lavora dall’età di 14 anni, ha sempre lavorato, mai stato sulle spalle di nessuno; forse, io mangio sulle sue spalle, ma sono il figlio che lui manda e mantiene agli studi.Caro Onorevole, caro Direttore e cari lettori, questa non è una storia inventata, ma è la storia di molti italiani, molti di quei italiani che ieri hanno esultato al rigore di Totti ( possono giocare bene o male, ma l’Italia è come la mamma… è sempre la più bella), molti di quei italiani che hanno festeggiato la vittoria del NO, ma anche di molti italiani che si sono dispiaciuti per il risultato del referendum.

Giovanvincenzo

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Caro Direttore,
ieri ascoltavo la trasmissione di Radio Padania sui risultati del referendum. Una ascoltatrice ha detto che i NO vengono tutti dalla sinistra, usualmente abituata a vivere di sussidi e di beneficenza. Io ho 61 anni, a 14 anni ho iniziato a lavorare alla Ignis, prima come operaio poi come impiegato. Da 26 anni sono un imprenditore, piccolo imprenditore con 13 collaboratori. Nel giro di pochi mesi mi son preso del coglione, poi, nonostante abbia fatto l’alpino nella Orobica mi sono scoperto INDEGNO di essere italiano ed infine ieri mi son preso del cagasotto. La presente per assicurare chi mi conosce che: senza essere una cima non credo di essere coglione, i libri contabili sono in ordine e non ho bisogno di portarli in tribunale come qualche amministratore di banchette di comune conoscenza; sono orgoglioso di aver indossato il cappello con la penna e, la divisa militare, che ho onorato con amore e dignità, e l’UNICA divisa che ho indossato in vita mia, ma, nonostante la mia età sono pronto a indossarla di nuovo, se necessario. Infine vorrei assicurare chi mi stà vicino fisicamente di non preoccuparsi per eventuali odori maleodoranti, sto molto bene di salute.

Infine, vorrei rammentare a qualcuno che probabilmente non ha mai lavorato, che ha definito il tricolore esposto a Venezia nel modo che tutti sanno, che c’è un proverbio dalle nostre parti che dice più o meno così: "Quando la merda la munta in scagn, o la fa spussa o la fa dagn".

Cordialmente

Enzo Giampaolo Zuin

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Due considerazioni sulla lettera dell’amico Giulio. L’Italia era già in serie “B” e ci è rimasta fino al 10 aprile. Era l’Italia delle famose 30 grandi riforme (o forse 300 o 3.000 …),  riforme, innovazioni e progetti del calibro della riforma Moratti, della legge Biagi, della riforma della Giustizia, della legge elettorale, del Ponte sullo Stretto, di tante altre e per ultima, ciliegina sulla torta, della riforma Costituzionale.
Quante di queste, se sottoposte a giudizio popolare come l’ultima, la
più importante, la madre di tutte le riforme, sarebbero state approvate?
Chi lo può dire…. Rispetto alle "laboriose Regioni del Nord" mi sembra opportuno notare che anche queste non hanno espresso un grande entusiasmo per la riforma “Calderoli”. Non solo i “fratelli” della Valle d’Aosta o del Trentino
hanno detto NO, ma anche il Piemonte (in particolare la produttiva Torino), il Friuli, la Liguria, la rossa (ma anche molto ricca e laboriosa) Emilia, la “capitale morale d’Italia”, Mantova… Avrebbero  dovuto votare SI, approvarla per poi magari, dopo sei mesi, sentirla definire dal suo stesso inventore una “porcata”, anche questa come la legge elettorale?
Per  finire una domanda un po’ ironica all’esponente leghista: come può
funzionare, in tema di riforme federaliste e di devoluzione, una coalizione con partiti che si chiamano rispettivamente “Forza ITALIA” e “Alleanza NAZIONALE”?

Luca Caielli

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Gli italiani hanno perso un’occasione che non si ripresenterà per lungo tempo: quella di dire a tutti i politici (di destra, di sinistra, di tutta Europa… nessuno escluso) che le riforme non possono più attendere. Per la prima volta dalla sua entrata in vigore avremmo potuto aggiornare una costituzione figlia di un contesto storico lontanissimo da quello attuale e che sta paralizzando la reattività di esecutivo e parlamento di fronte ai rapidi mutamenti che caratterizzano i nostri giorni. Con questo non voglio assolutamente nascondere o ignorare il fatto che la riforma conteneva lacune, ambiguità ed in alcuni casi (a mio parere) anche errori ma nessuno l’avrebbe scolpita nella pietra e resa immutabile per altri 60 anni…
L’attuale maggioranza avrebbe potuto modificare gli articoli che riteneva non adeguati con calma nel corso  della legislatura. Ciò che non riesco a capire è tutta questa paura di mettere mano alla nostra carta costituzionale come se ciò comportasse rischi indicibili per la stabilità e il futuro della nazione.. questi sono timori che possono caratterizzare solo la generazione di nostalgici (quella guidata dagli ex-presidenti) che hanno vissuto in un periodo in cui questi rischi erano reali. In definitiva la costituzione andava e va sicuramente modificata ma al solito gli italiani preferiscono lasciare tutto come sta e poi lamentarsi che nulla
funziona e che nessuno fa niente per cambiare le cose. Concludo rilevando
che l’esito di questo referendum mi ricorda per certi versi quello sulla questione nucleare: tutti felici per lo scampato pericolo appena dopo il voto e poi vent’anni di immobilismo e rimpianti.

Cordiali Saluti
Alessandro Poretti

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Caro direttore,
              due brevi osservazioni sull’esito del referendum di ieri:
1) Da entrambi gli schieramenti sarebbe opportuna una maggiore attenzione
al merito delle questioni politiche all’ordine del giorno, dal momento che
secondo me la gente sapeva ben poco della riforma proposta, si è fatta molta
confusione e spostata l’attenzione su questioni che nulla avevano a che vedere
con il contenuto della riforma. Il mio parere è che questa riforma proposta
non mi entusiasmava ma nemmeno era quell’attentato alla costituzione che
molti hanno paventato in modo assolutamente esagerato.
2) Mi piacerebbe sapere, da chi ha votato no, se concorda con me almeno sul
fatto che rimane un mistero come mai al nord vincano i sì e al sud i no.
Innanzitutto questa era una riforma federalista, non del nord contro il sud,
per cui rimane inspiegabile come mai la geografia del voto sia così disomogenea.
A meno che…A meno che qualche politico illuminato, prima o poi, si renda
conto che oggettivamente ci sono realmente delle differenze e delle incomprensioni tra nord e sud del paese. Ripeto, non sono leghista nè altro, però bisogna smetterla di pensare che tutto in Italia vada bene e che vivere a Bolzano o a Crotone sia uguale, non lo è affatto come cultura, tradizione, stile
di vita, tipo di lavoro, mentalità, etc…Senza polemica alcuna lo dico, ma è così e sfido chiunque a negare che lo sia. Ecco io penso che questa questione sia da affrontare in qualche modo e che al nord, ormai in molti tra cui me, credano che il federalismo fiscale sia non solo una buona idea, ma profondamente  ecessario: chi lo contesta evidentemente è per la paura di non usufruire più di certe agevolazioni…voi che ne pensate di tutto questo?? Grazie e buon lavoro,
Jack

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Vince il NO. Veneto e Lombardia, condannati ad essere comandati dai calafricani…
Altro che secessione…
La preoccupazione più grossa per gli itaglioni comunque era la vittoria (fraudolenta come al solito) della nazionale.
A proposito: come mai nessuno si è lamentato delle code in centro come facevano per quelle causate dalla neve? Forse aspettare in coda ore perchè quattro cretini sventolano il tricolore per festeggiare la vittoria contro la temibilissima Australia è più sopportabile?
Salut!

Francesco
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"Gli italiani fanno schifo e l’Italia fa schifo. Perchè non vuole essere moderna e hanno vinto quelli che vogliono vivere alle spalle degli altri".
Se queste sono le dichiarazioni del parlamentare europeo della Lega Nord Francesco Speroni, rilasciate a commento dell’esito (democratico) del referendum sulla riforma costituzionale, l’unica risposta che bisogna dare a questo signore è una sola: è lui quello che vive alle spalle degli altri, e se gli italiani gli fanno schifo dovrebbe, per coerenza e dignità, rinunciare ai (tanti) soldi che grazie agli italiani si porta a casa, dimettendosi dal parlamento europeo, istituzione che il medesimo signore ha dimostarto di disprezzare anche più di quelle italiane.

Natalino Bianchi

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Ma dove trovano il coraggio? Ma dove ed in quale fondo del barile della loro abissale ignoranza e grettitudine? Come può ancora potere avere voce uno come Speroni e mettersi ad insultare chiunque solo perchè non ha ottenuto i suoi sciagurati scopi? Lui e tutti i suoi degni compagni non solo sono un pericolo per la democrazia ma forniscono alla società del futuro un pessimo esempio di grettezza, razzismo, intolleranza, ignoranza e stupidità. Speriamo che i giovanissimi possano non considerarli e che quindi possano finalmente sparire del tutto e tornare nei trani da dove sono venuti.   
Claudio Giuncaioli

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Penso non sia giusto, come hanno fatto in tanti che hanno scritto, identificare tutti i varesotti, lombardi, elettori della lega o del centro destra generale, come tutt’uno con i pensieri e le parole dell’On.Speroni, storicamente colorito nelle sue espressioni, e a tutti quelli che hanno agitato il vessillo dell’Italia unita, della costituzione, della resistenza, penso più per un fatto di demagogica impressione più di un reale convincimento, voglio dire di pensare per un attimo se parte delle nostre tasse ( troppe ) che TUTTI al nord paghiamo (su alcune delle altre regioni ho forti dubbi ) restassero nelle nostre regioni ( federalismo fiscale ) disporremmo dei fondi necessari, tanto per fare un esempio per non rimanere senza acqua come migliaia di persone in questi giorni, in una regione ricca della stessa risorsa che non può disporne in giusta maniera per lassismo di anni dei nostri amministratori ( di tutte le parti politiche ) che da sempre non si sono posti il problema, o come dicono loro non avevano i fondi dallo stato, mancavano i permessi, le deroghe, le firme, gli stanziamenti ecc.ecc.!
Svegliatevi, l’Italia non è più quella del 1948 deve essere modificata per migliorare i servizi, la qualità della vita, meno centralismo = più servizi.
La prossima volta prima di uscire di casa per andare a votare NO, provate ad aprire il rubinetto e vedere se avete l’acqua.!!!
Lucio  ( Varese )

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Egregio Direttore
sarò molto breve:
1-        Sono figlio di un onestissimo operaio che circa cinquanta anni fa è venuto a Varese a lavorare (LAVORARE SIG. SPERONI, NON SO SE SONO STATO CHIARO!!!) e che per più di 40 anni ha passato 12 – 14 ore/giorno in una fabbrica del NORD contribuendo allo sviluppo della sua Ditta e dell’economia della bella Lombardia.
2-        Grazie al sudore di mio Padre ho potuto studiare, e ho potuto vivere in modo dignitoso per tutti i 30 anni della mia vita: E NON SOPPORTO CHE DEI PICCOLI SIGNORI CHE (FORSE) NON SANNO COSA SIGNIFICA LAVORARE MI DIANO DELL’INDEGNO!
3-        Provo ribrezzo a leggere le dichiarazioni del sig. Speroni e tutte le precedenti del sig. Berlusconi, ma credo che ogni essere vivente ha diritto di esprimere le proprie opinioni ……….. assumendosene le conseguenze.
4-        Nonostante tutto, sono un elettore di DESTRA, lo sono sempre stato e spero di esserlo sempre, ma di quella destra educata e rispettosa del prossimo, che crede nel dialogo e che spera nella RIFONDAZIONE del POLO, con un nuovo leader e senza la LEGA del sig. Speroni.
Buon Lavoro a tutti, compresi gli uomini di governo di SINISTRA. 
Marco

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Eravamo coglioni ed indegni, adesso facciamo anche schifo.
Ogni volta che la destra si rivolge ai cittadini-elettori non trova di meglio che ricorrere ad epiteti poco consoni alla tenzone politica. In occasione delle scorse elezioni politiche siamo stati definiti “coglioni” qualora non avessimo ridato fiducia al cavaliere mascarato; poi siamo stati accusati di indegnità ove non avessimo supportato col “si” le proposte di riforma costituzionale elaborate da 4 allegri compagni di bevute in una baita di montagna durante un lungo week end….
I risultati sono sotto gli occhi di tutti ma oggi finalmente possiamo fare un passo avanti. Dato il risultato del referendum ( e stavolta diventa molto difficile ricorrere agli argomenti “Brogli” oppure “paese spaccato in 2“” ) l’onorevole (!!!!) Speroni (di Busto Arsizio), senza metafore o giri di parole ci redarguisce con un apodittico “ gli italiani fanno schifo, l’Italia fa schifo”. Date le premesse una domanda ci giunge spontanea: perche’ i vari esponenti leghisti, in primis l’onorevole Speroni non rinunciano alla cittadinanza italiana (ed agli stipendi di Deputato europeo, di senatore, di Presidente del Consiglio comunale di Busto ecc ecc) e semplicemente chiedono  asilo politico come rifugiati all’ONU??. Potremmo sicuramente appoggiare la loro richiesta anche tramite ben conosciute organizzazioni umanitarie. Non gli serve nemmeno imbarcarsi su una carretta del mare destinazione Lampedusa…
In fondo la meteora del loro movimento è giunta alla parola “fine” e pensiamo che nei libri di storia saranno spese ben poche righe per “il Dio Po” , il matrimonio celtico o il pratone di Pontida.Ci rimane una consolazione: la maggioranza degli italiani sarà composta da coglioni e cittadini indegni che fanno schifo; ma sono in maggioranza. Gli altri ,invece, sono in minoranza: "That’s democracy, baby".

Tiziano Torretta

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Scrivo mentre per le strade qua sotto passano a tutto volume i tifosi   dell’Italia unita! Immagino felici e contenti per l’eccelsa prestazione resa contro i canguri Australiani. Evviva. Scrivo e cerco di riflettere sul significato della vittoria del NO che onestamente mi attendevo. Penso che la vittoria del NO possa essere paragonata alla vittoria odierna della nostra nazionale: una tristezza. Penso che quelli che passano qui sotto, ebbri di felicità per una partita orribile, neppure sappiano chi ha vinto il Referendum. Ma questa è l’Italia, e questi gli Italiani. Cosa mi potevo attendere? Basta un pretesto qualsiasi per fare rumore, anche solo una partita di calcio pietosa, per scatenare un’irrefrenabile voglia di inciviltà. Siamo "latini", abbiamo il sangue caliente, siamo esuberanti; ma forse è giunto il momento di dire sono "latini", hanno il sangue caliente e sono anche un tantino maleducati. Non mi riconosco più in questo paese, in questa gente, in questo modo di fare che è tanto paradossale quanto ridicolo. Avrei avuto il desiderio di silenzio e di tempo per analizzare meglio un voto che non comprendo. Penso ai "fratelli" della Valle D’Aosta o del Trentino Alto Adige ed al loro NO……. Ma come? Proprio loro che vivono in Regioni a Statuto Autonomo, che hanno provato per primi una certa autonomia. Ma poi penso anche che la loro ricchezza è merito nostro…. e che forse anche loro hanno avuto il timore di perdere quei privilegi di cui godono grazie alle laboriose Regioni del Nord. E penso anche che di gente in strada con la bandiera Italiana ad Aosta o Bolzano non ce ne dovrebbe essere in giro tanta questa sera…… quelli mica si sentono Italiani……
Sono un tantino stufo e deluso. Ma sono sportivo e come tale accetto il risultato. D’altra parte cercare di cambiare questa Nazione è un pò come giocare contro la Juve; la Juve è troppo forte. Tanto forte e spocchiosa che finirà in serie B. Come l’Italia.
Saluti a tutti.

Giulio Moroni

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Egregio direttore,

sono una lettrice assidua del vostro quotidiano on.line…
Sono veramente indignata dalle parole di Speroni…
Ancora una volta mi vergogno di essere nata in Lombardia…
ha definito i Lombardi cagasotto e ha utilizzato termini offensivi come TERRONE..
ora mi dico MENO MALE CHE L’ITALIA è ANDATA IN MANO ALLA SINISTRA!
GLI ITALIANI SI SONO SVEGLIATI…
Gli uomini della destra non hanno accettato la sconfitta…
gli italiani hanno votato e se hanno deciso così ci sarà un motivo!
L’ex capo del governo che esce con termini quali "Coglioni" e "Indegni"…
Speroni che offende…
CHE VERGOGNA!! CHE VERGOGNA ESSERE NATA A VARESE!
Barbara

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Mentre stavo lavorando al "notebook", mi è comparso il "flag" delle "news" con l’espressione della soddisfazione del sig. Protasoni.
Evviva, dopo la restaurazione del 46, siamo finalmente al 48 ! , scusate riscrivo "Mentre  ero intento all’opera mia di computisteria col cembalo scrivano mi è giunta l’eco del corno del banditore che annunciava siccome un bullettino la buona nuova del giubilo provato dal Nostro  che, con l’occasione, si esprimeva gratulante per la collaborazione conservativa  impetrata ed ottenuta.
E se invece avessimo provato a salvare gli Italiani ?

Marco G. M. nec subditus.

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Gli estremisti hanno perso. Adesso facciamo il federalismo, Nell’interesse di tutti.

Antonio di Biase

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Egregio Direttore,
vorrei che mi fosse concesso di inviare un sentito e sincero ringraziamento al coordinatore provinciale e a tutti i responsabili locali dei comitati "Salviamo la Costituzione".
Dobbiamo al loro impegno l’importante risultato ottenuto anche in provincia di Varese, dove quella che appariva sulla carta una stragrande maggioranza isolazionista è stata ridotta ad una misera "enclave" senza prospettive nè futuro nel panorama nazionale.

Angelo Bruno Protasoni

Le espressioni usate dall’On. Speroni nei confronti dell’Italia, degli Italiani, e persino dei lombardi, secondo quanto riportato dai massmedia, a commento dei risultati (ottimi!) del Referendum confermativo di una legge di modifica costituzionale, distruttiva della nostra Costituzione e dell’Unità del Paese, espressioni, già di per sè indicative e rappresentative del senso di "italianità" del suddetto Onorevole che, immagino, parli in quanto rappresentante di un Movimento presente nel Parlamento della Repubblica Italiana, appaiono come l’amaro sfogo per l’evidente fallimento di un progetto politico che, nel tempo, è andato via via sfumando dalla secessione, al federalismo, alla devolution (e per il futuro staremo a vedere), riadattandosi e rimodellandosi secondo le circostanze e le contingenti opportunità ("E’ la politica, bellezza!"). Da quanto poi scritto nella breve intervista riportata da Varesenews (sempre al suddetto Onorevole), si dà del "cagasotto" (sic) ai lombardi, che "non prenderanno mai le armi" (testuale) e resteranno "schiavi di Roma anche in futuro". Questa è la Lega che vogliamo sentire! Questa è la vera Lega! 
Ebbene. La nostra Patria (l’Italia tutta unita, figlia del Risorgimento e della Resistenza), la nostra Costituzione (quella del 1948, che affonda le sue radici ideali nella Costituzione della Repubblica Romana del 1849), la nostra Democrazia (quella parlamentare, in cui vi è garanzia del rispetto dei diritti dei cittadini e suddivisione dei poteri, e in cui i principali poteri e organi di garanzia – Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale, Magistratura – hanno retto saldamente, negli ultimi anni, ad ogni tipo di affondo di chi avrebbe voluto indebolirli, rendendoli vuoti simulacri, troveranno sempre validi difensori. Le armi, le nostre armi, saranno sempre e soltanto quelle della legalità, della giustizia sociale e della pace tra i popoli, ma saranno armi sempre molto affilate. Viva l’Italia! Viva la Repubblica!       
Leonardo Tomassoni
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In risposta alle "dichiarazioni" a caldo del sig. Francesco Enrico Speroni.
1) Ero un suo elettore. Le sue ultime parole mi hanno levato ogni residuo pentimento per non averla più votata.
2) Non sono mai stato "servo" di nessuno. Neanche di chi ha detto di voler cambiare la cose e ha trasformato Varese in una maxi-Nusco.
3) Più di una decina d’anni fa, lei prendeva (a volte) il treno per Milano prima delle 7.30 del mattino. Io sempre (per questo la incrociavo) . Da allora, mi sono sempre spaccato le ossa. A lavorare. E produrre: il che dovrebbe farle capire che non faccio il parassita in uno dei tanti "studi" professionali di Busto. È chiaro?
4) Il mio "maestro" nel campo lavorativo era (é: vivo e vegeto) un "terrone". Si sciacqui la bocca prima di parlare.
5) Prendere le armi? Volentieri. Ma vorrei prima conoscere il "suo" nemico. Il mio sta in una TV amorale, in un’Italia schifosa, sì, ma per l’egoismo, il menefreghismo, l’ipocrisia. E il suo?
6) Nord produttivo? Sì, quando anch’io votavo Lega. Ora le cose sono molto cambiate. Ma lei sembra non accorgersene. Busto Arsizio, la sua città, è proprio ancora una città "produttiva". Dove sono le aziende di una volta? O per lei le agenzie immobiliari e gli iper-mercati sono aziende?
7) Ho già subito il vostro" abbassamento delle tasse", per non essere abbastanza sospettose sulla vostra riforma, fatta di pasticci (20 programmi scolastici sbagliati? meglio uno solo, anche se sbagliato), riforme solo di nome (la sanità lombarda? io ho avuto mia madre operata di cancro e so cosa vuol dire vedersi un parente "sputato fuori" dopo 5 giorni da uno dei "centri all’avanguardia in Europa" senza uno straccio di assistenza postoperatoria). E i costi di queste "riforme"? Dov’è il VERO federalismo fiscale? Dov’è l’abolizione dei vergognosi statuti speciali, su cui alcuni parlamenti regionali speculano?
8) Che bisogno c’era del senato federale, se ci avete tolto il contatto con il proprio deputato (con il magioritario), reintroducendo il proporzionale e pure con le liste bloccate? E il controllo del premier da parte del presidente della repubblica? Non ha pagato abbastanza il Paese un governo passato (il vostro) che ha passato leggi VERGOGNOSE, forte di una maggioranza assoluta e che ha scambiato l’"essere in carica" con l’"essere al potere".
9) Non vi piace la Republica Parlamentare? Avanti, fuori il coraggio e togliete dall’armadio queste famigerate "armi".
Max 
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Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 26 Giugno 2006
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