Test, vaccini e liberismo: i nuovi nemici delle droghe?

Anche in Italia potrebbe partire la sperimentazione dell'iniezione anticocaina. Intanto in Svizzera si tirano le somme sulla politica dei quattro pilastri

Entro due giorni in Italia si lavorerà per prevedere la sperimentazione del vaccino anticocaina nel nostro paese. La notizia è stata data oggi, lunedì 5 giugno, dal direttore dell’Osservatorio sulle dipendenze della regione Veneto, Giovanni Serpelloni. Questa presa di impegno è avvenuta nel contesto del Cocaina Verona Congress, un incontro che riunirà fino a domani i maggiori esperti in tema di dipendenza dalle droghe.

Ma andiamo con ordine, cos’è il vaccino anticocaina? Si tratta di un’innovazione statunitense già sperimentata nelle prime fasi, che sembra in grado di bloccare la dipendenza con una semplice iniezione. Pare infatti che le molecole del principio attivo siano in grado di inibire il particolare meccanismo cerebrale che permette di trarre piacere dall’uso di cocaina. Essendo un vaccino, è composto proprio da piccole parti, inerti, della sostanza che combatte. Ora, se il Ministero approverà la proposta di Serpelloni, l’Italia sarà il terzo paese ad inserirsi nella sperimentazione alla terza fase, che prevede l’uso su un campione ben più ampio di pazienti (circa 120). Gli altri due paesi pronti alla sperimentazione sono gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, e qui si potrebbe partire già dal 2006.

Ovviamente sarebbe inutile gridare al miracolo: la dipendenza dalla cocaina, spesso, non è solo fisica, ma anche psicologica. Per inibirla totalmente, quindi, non si può fare a meno di una terapia che curi anche la mente.

Il vaccino di cui abbiamo parlato, tuttavia, non è l’unica grande novità che ha attirato l’attenzione dei media su questo convegno. I relatori, infatti, hanno presentato ufficialmente anche il Test on Site. Si tratta di un test da poter fare in soli sei minuti che, a partire da una goccia di saliva o di sudore, è in grado di rivelare se una persona ha assunto droghe nelle ultime ore. Questo kit, già messo a disposizione delle forze dell’ordine, sarà utile in caso di incidenti stradali, o situazioni criminose imputabili all’uso di stupefacenti.

E se a Verona si parla di vaccini e test, di diverso tenore è il dibattito attuale in Svizzera. L’Università di Zurigo, infatti, ha pubblicato sulla rivista "Lancet" uno dei primi studi autorevoli sugli effetti della politica liberistica dei quattro pilastri (prevenzione, terapia, riduzione dei rischi e repressione) nel cantone. Questa analisi rapporta i dati svizzeri proprio a quelli italiani, confermando che le politiche elvetiche sono in grado di ridurre considirevolmente il numero di nuovi consumatori di droghe. Se nel 1990 (anno in cui non si applicava lap politica dei quattro pilastri) si contavano 850 neoconsumatori, nel 2002 il numero è sceso fino a 150. Il vero problema, tuttavia, rimane quello dei consumatori di lunga data: sembra infatti che su questi pazienti l’effetto non sia stato affatto positivo. Pochi di loro, infatti, si sono disintossicati, (circa 900 dal 1996 al 2000), rimanendo facilmente invischiati nella dipendenza.

È importante sottolineare che lo studio svizzero si basa sul consumo di eroina, mentre a Verona si sta parlando di cocaina. Ovviamente con la variazione delle droghe, del loro costo, e della realtà sociale cambiano le terapie e le strategie possibili.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Giugno 2006
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