Basso: attesa per la sua versione

Il corridore parlerà a mezzogiorno all'Hotel Michelangelo di Milano. La stampa tedesca: "Ora tocca a Ullrich confessare". Spiffero dagli Usa: "Finora non ha coinvolto altre persone"

Giornata di capitale importanza sulla vicenda doping che riguarda Basso. Tocca a lui dare la propria versione dei fatti, mentre rimbalzano le diverse opinioni provenienti dal mondo del ciclismo e della stampa sportiva. Vediamo una carrellata di situazioni interessanti, iniziando dall’appuntamento di oggi.

CONFERENZA STAMPA  A mezzogiorno parlerà lui, Ivan Basso. A Milano, all’Hotel Michelangelo è stata convocata una conferenza stampa nella quale il campione di Cassano e il suo avvocato Massimo Martelli riveleranno quanto accaduto nelle quattro ore di audizione con la Procura antidoping del Coni.

DALL’ESTERO – Commenti neutri e di pura cronaca dalla Spagna, dove i siti sia di Marca sia di El Mundo Deportivo riportano la notizia della confessione di Basso e ricordano i precedenti sulla vicenda che lo ha condotto davanti ai giudici. Nessun riferimento al possibile futuro coinvolgimento di ciclisti iberici né tantomeno di quegli sportivi (tennisti, calciatori…) certamente clienti di Fuentes.
Alla vicenda Basso dedica invece l’apertura del proprio sito il quotidiano francese “L’Equipe” (foto), che parla di “Coup de théâtre”, colpo di teatro, ma senza sbilanciarsi in giudizi su quanto sta avvenendo.
La maglia rosa 2006 si ritaglia uno spazio tra decine di scandali sessuali e notizie piccanti pure sul sito della tedesca “Bild”, che si chiede: «Basso confessa! E Ullrich?» riferendosi alle traversie simili passate dall’ex stella del ciclismo germanico, prima di concludere: «Speriamo che Ullrich segua il suo esempio».
A dare elementi nuovi è un po’ a sorpresa il portale di Espn, la tv statunitense dedicata allo sport. Nell’articolo su Basso si dice infatti che il corridore non ha coinvolto altre persone durante l’audizione al Coni, ma ha parlato solo di sé. Un concetto riportato nel titolo e ribadito nel pezzo: la dichiarazione è stata attribuita all’avvocato Martelli.

L’ACCUSA – Il sangue di “Birillo”, alias Ivan, conservato da Fuentes, sarebbe dovuto servire per la pratica dell’autoemotrasfusione, una tecnica conosciuta e praticata in Italia già negli anni ’80, allora consentita e poi messa al bando. In pratica il sangue dell’atleta è stato prelevato dopo un periodo di allenamento in alta quota (più pronto quindi per il trasporto dell’ossigeno nelle cellule) per essere poi di nuovo messo in circolo prima di determinati appuntamenti. Al momento non si conosce con esattezza né quando Ivan abbia usato questo escamotage, né addirittura se lo ha mai fatto. Per adesso invece non sono emerse accuse di doping farmacologico: è bene ricordarlo soprattutto a chi continua a parlare di “Basso dopato”.

UCI – Le parole di Pat McQuaid, l’irlandese che presiede l’Uci e che vuol bene all’Italia come alle zanzare tigri, sono arrivati svelte, e come al solito quasi a vanvera. «Bravo Basso, ma niente sconti di pena» ha detto in soldoni il geniale inventore del Pro Tour. Peccato che l’agenzia mondiale antidoping preveda una procedura ben differente (sostegno e decurtazioni della squalifica fino al massimo alla metà della pena minima) per chi collabora. McQuaid, anche in questo caso, dimentica però la sessantina di altri corridori coinvolti dalla prima fase dell’inchiesta e i nomi contenuti nelle nuove carte contestate a Fuentes. Vedi mai che tra essi ci sia qualche protetto. O qualche spagnolo di grido.

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Pubblicato il 08 Maggio 2007
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