«Bravo Marco, la Provincia continui a crescere»
Fair play tra il riconfermato Marco Reguzzoni e Mario Aspesi, all’opposizione. Il presidente da Villa Recalcati: "Domani siamo già qui: non ci fermiamo mai"
«E’ un segnale forte che la Provincia di Varese dà al Governo. Le parole di Aspesi mi fanno onore e mi spronano ad andare avanti e a fare bene». Chi parla è un gongolante Marco Reguzzoni, che commenta con fair play le parole del suo più agguerrito rivale in politica, Mario Aspesi, il candidato messo in pista dal centrosinistra varesino. «Bravo Marco hai fatto bene alle elezioni, hai raggiunto un buon risultato: spero che la provincia continui a crescere e a risolvere i problemi che abbiamo ancora aperti, come ad esempio la questione dell’acqua».
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Sono le 23.50 e le telecamere di Rai 3 illuminano la cravatta verde del candidato del Carroccio (foto). Mancano 13 sezioni da scrutinare, ma ormai è fatta. Prima parte il collegamento con Aspesi, poi viene la risposta di Reguzzoni, che si riferisce al risultato, certamente inaspettatato anche in casa Lega. A conti non ancora fatti, ma ampiamente gratificanti per la risposta sua candidatura, Reguzzoni commenta la certa e netta vittoria col 67,1 per cento dei voti contro il 25,4 del pretendente, che per i prossimi cinque anni siederà tra i banchi della minoranza.
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Poco dopo il confermato presidente si prende l’applauso dei suoi, soprattutto i più giovani – non pochi – arrivati a Villa Recalcati con i colori del Carroccio. Nel cortile si intrecciano molti volti noti del centrodestra della provincia: dal senatore Tomassini al sindaco di Busto Farioli, dallo stato maggiore dell’Udc cittadino (Campiotti, Imperatore, Morello e Ibba) ad alcuni pretoriani di Reguzzoni come Pezzotta e Specchiarelli.
Il presidente non nega un sorriso né una stretta di mano a nessuno, rilascia volentieri le prime dichiarazioni da rieletto. «Di sicuro è una grande soddisfazione, anche se ero certo di vincere. Piuttosto ora mi auguro di essere all’altezza di questa richiesta che arriva dalla provincia. Una richiesta forte di federalismo». L’onda lunga della campagna elettorale porta Reguzzoni a fare anche un esempio concreto: «La gente ha capito che non può pagare di pedaggio in autostrada più di quel che il territorio riceve per sistemare la rete viaria». Anche per questo «domani siamo già qui, al lavoro. A Varese non ci fermiamo mai». Tranne qualche ora, per festeggiare con i collaboratori più stretti dopo l’ultima intervista in tv.
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