Cava Cattaneo, è scontro aperto tra i candidati avvocati

Confronto tra i sette candidati sindaci all’oratorio di Gurone. Eugenio Paganini e Sandro Damiani danno battaglia sulle aree a rischio inquinamento. Assente Raffaele Bernasconi: “Non l’hanno invitato”

A Malnate c’è un buco nero che si chiama cava Cattaneo. Ogni qual volta si pronuncia questo nome il dibattito più pacato si infiamma di colpo. È successo anche sabato sera all’oratorio di Gurone, nel confronto elettorale tra i candidati sindaci, sotto la regia del giornalista Antonio Franzi e di fronte a una sala gremita di gente.

Sul finale di serata, Sandro Damiani (Lega nord, Udc, An e lista “Damiani sindaco”) rivolgendosi al collega avvocato e candidato Eugenio Paganini (Ulivo uniti per Malnate), affermava: «Leggo su questo protocollo a firma di un certo Olinto Manini (sindaco uscente del centrosinistra ndr) che a bordo di quella cava sono previste delle costruzioni, con tanto di incarico a società immobiliari, tra cui la Bartolomeo Sas». Per rincarare la dose, Damiani aggiungeva: «Ai cittadini che lo vogliono è fatto divieto di vederli, perché non si vuole mostrare quanto sta accadendo sul territorio». Paganini rilanciava a sua volta, chiedendo all’avversario le date di quei documenti: «Se fossimo in un tribunale chiederei la prova di queste affermazioni, che sono offensive, ma qui vigono altre regole. Di certo il documento che dice che la destinazione della cava è e sarà agricola, che ho qui con me,  porta la data del gennaio 2007. Quindi sulla cava Cattaneo non si costruirà». Damiani a quel punto svelava l’arcano: «Il documento che ho in mano io è datato 13 ottobre 2005», scatenando la reazione del pubblico.

La storia è strana, perché quindici anni prima gli avvocati Damiani e Paganini , proprio a Gurone, erano alleati nel comitato per la salvaguardia della cava Cattaneo e della Creina, una sorgente minacciata dai rifiuti  ospedalieri e radioattivi.

Questo è stato l’unico momento caldo dell’incontro, dove è venuto meno il fairplay che aveva contraddistinto l’intera serata. Per alcuni candidati ha prevalso l’emozione del debutto, come per Elia Azzalin (Forza Italia) che ha chiarito una volta per tutte la diatriba sulla sua candidatura, o la preoccupazione di fare bella figura davanti agli elettori, con l’eccezione di chi, come Stefano Bernasconi (Rifondazione comunista), aveva già un’esperienza amministrativa e quindi conosceva bene i problemi in concreto. Giuseppe Albertini (Polo civico di centro) giocava in casa e quindi poteva contare su un ambiente amico, come del resto Max Ferrari “guronese doc” che però merita un discorso a parte. Il candidato del Fronte indipendentista Lombardia, per sua stessa ammissione, non ambisce a fare il sindaco bensì il cane da guardia del potere: «Mandate un rompiballe come me in consiglio comunale. Poi vincerà uno di loro due (rivolgendosi a Paganini e Damiani n.d.r) e non si farà nulla lo stesso. Il resto è fuffa».
In realtà non è stata proprio tutta fuffa, perché gli argomenti trattati, sollecitati da Franzi, erano tutti importanti. Le parole chiave della serata sono state: cementificazione, acqua e area dell’ex Siome alla folla di Malnate, a forte rischio ambientale.
Di apparentamenti e accordi non si è parlato, anche se dagli assist sul palco è apparsa evidente una staffetta tra gli imprenditori Albertini e Azzalin, con un occhio al velocista Damiani, che a sua volta ha fatto una timida apertura al candidato di Forza Italia.

Unico assente Raffaele Bernasconi  che, secondo quanto riferito dai responsabili della lista “Malnate viva”, non sarebbe stato invitato. «Non abita a Malnate è per questo che non è stato invitato» ha sussurato con un sogghigno un rappresentante della Lega nord.
Si replica, giovedì 17 maggio, sul tema della scuola nell’Aula Magna delle scuole medie di Malnate. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Maggio 2007
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