Energia e ricerca nel futuro delle imprese

Il domani visto con gli occhi degli imprenditori. Ne hanno parlato Alberto Bombassei e Andrea Moltrasio

Si è ispirato a una celebre frase di Enrico Mattei, "Il futuro è di chi lo sa immaginare", il dibattito centrale dell’assemblea generale di Univa. A parlare di un domani visto con gli occhi delle imprese Alberto Bombassei, vice presidente di Confindustria per le relazioni industriali e gli affari sociali e Andrea Moltrasio, vice presidente di Confindustria per l’Europa. Energia, ricerca e nuove generazioni i punti toccati dai relatori, che si sono confrontati sulle domande del direttore di Radio 24 Giancarlo Santalmassi.

Quale futuro per l’energia – «Il sogno a cui penso è quello di un’energia europea e liberalizzata – ha spiegato Moltrasio -. Solo così avremo la capacità di negoziare nei confronti di quel colosso del settore che è la Russia. Questo oggi non è ancora possibile. Non si tratta di un’utopia ma di un sogno concreto per il quale dobbiamo lavorare in modo serio e forte. Bisogna liberalizzare il settore e far nascere i mercati».

Il nuovo volto della ricerca – «Il ministro Nicolais ha portato avanti un ottimo progetto dedicato alla ricerca e sviluppo – ha commentato Bombassei – ma in questo campo ci sono ancora delle difficoltà da risolevere: parlo in particolare della ricerca di quelle infrastrutture che servirebbero a non fare uscire i talenti dal nostro paese».
«Anche il modo di fare innovazione sta cambiando – ha aggiunto Moltrasio -: prima le idee arrivavano dai clienti, dai concorrenti e dai fornitori. Oggi bisogna imparare a comunicare con i centri di ricerca, anche se a volte sono loro a chiudersi per mantenere puri i popri risultati».

Territorio e tecnologia – «L’atteggiamento del mondo imprenditoriale nei confronti di quello universitario sta cambiando – sostiene Bombassei -. Si comincia a discutere e collaborare. Il nostro paese ha una sola variante rispetto agli altri stati: la dimensione delle imprese. È più difficile per le piccole entità entrare in contatto con i centri dove si fa formazione e ricerca. Questo ostacolo può essere però superato: in alcune zone d’Italia è stato affrontato con la creazione di parchi scientifici e tecnologici. L’importante è trovare terreno fertile dove può nascere e svilupparsi qualcosa di nuovo».

Il mondo fuori dall’impresa«Ci sono paesi – sostiene Moltrasio – come la Svezia, che pur mantenendo un sistema di welfare assistenziale sono riusciti a impiegare in modo efficiente i soldi pubblici. Il segreto è stata la scelta importante che è stata fatta dal governo: chiedere alle imprese di assumere un determinato numero di laureati, renderle dinamiche ottimizzando la produttività "fuori dai cancelli". In Italia questo non succede ancora. Le nostre imprese sono altamente efficienti ma sono ingessate. Traffico, ritardi e servizi non sono ancora al passo con i tempi».


 


 
Il lavoro arriva dall’estero – «Penso che sia importante favorire una corsia privilegiata per l’immigrazione qualificata – ha commentato Bombassei – diversi paesi lo fanno già e con buoni risultati. È giusto distinguere a favore della professionalità. Non possiamo perdere dei talenti che arrivano da altri Paesi solo per colpa delle formalità».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Maggio 2007
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