Galanda soddisfatto a metà: «Potevamo chiudere prima»
Il nazionale azzurro riconosce le difficoltà del match contro l'Upea, mentre il coach ospite Perdichizzi è fiducioso: «Possiamo salvarci»
E’ Gek Galanda ad analizzare il match contro l’Upea, una gara che ha sancito l’ingresso ai playoff dei biancorossi (caso Benetton permettendo). Nonostante i due punti conquistati, il capitano azzurro non è contento della prestazione sua e dei compagni: «Abbiamo giocato una partita media, sia come intensità che mentalità, e mi aspetto qualcosa di meglio in futuro. Siamo partiti bene, abbiamo gestito il vantaggio, però sicuramente potevamo allungare di più e chiudere prima la partita. Non sono del tutto soddisfatto».
Il numero dieci biancorosso, costretto a giocare meno del solito a causa di un problema fisico, sottolinea la grande prova di Alvin Young, che nel primo tempo ha fatto letteralmente ammattire la difesa della Whirlpool: «Young è stato difficile da marcare, però la nostra difesa non è stata al livello di altre volte. Abbiamo provato a modificare la marcatura su di lui, prima con un cambio sul pick and roll, poi con la zona, che è servita a togliergli la palla dalle mani. In questo modo siamo riusciti a fargli perdere il ritmo, facendogli segnare solo quattro punti». Un altro punto su cui Varese deve lavorare è la questione rimbalzi, molto spesso un fattore negativo per Galanda e compagni: «Quando siamo aggressivi del tutto riusciamo a prendere tanti rimbalzi, il fatto è che il lavoro a rimbalzo è un lavoro di squadra: dobbiamo esser pronti a ruotare e a tagliar fuori. Oggi comunque potevamo lavorare meglio dal punto di vista dell’aggressività».
Decisiva la mossa dei tre piccoli, che ha portato velocità e punti alla truppa di coach Magnano («è una mossa che ci possiamo permettere»), poi Galanda si sofferma sulla situazione di Hafnar, uscito dal campo piuttosto contrariato per lo scarso minutaggio concessogli da Magnano: «Gregor quest’anno ha un ruolo molto particolare, perché deve giocare più di qualità che di quantità: non è facile rimanere in campo solo pochi minuti, ma lui sta lavorando al massimo».
Non è così deluso invece Giovanni Perdichizzi, coach di Capo d’Orlando, consapevole che i suoi ragazzi hanno offerto una buona prestazione in quel di Masnago: «E’ stata una partita intensa, abbiamo giocato contro una squadra che ha difeso bene e che nei minuti finali ha avuto più voglia di vincere rispetto a noi. Siamo comunque sulla buona strada per centrare il nostro obiettivo, che è la salvezza. Se riusciremo a giocare così anche domenica, riusciremo a battere Reggio Emilia e a salvarci». Il tecnico siciliano ha beneficiato della pausa di campionato per far recuperare le forze ai suoi ragazzi in vista del rush finale, che vede l’Upea molto vicina alla permanenza in serie A: «Il fatto di aver avuto lo stop per ricaricare le batterie ci ha consentito stasera di rivedere una squadra aggressiva, che con un pizzico di convinzione in più avrebbe potuto giocarsela punto a punto fino all’ultimo istante. Non è stato così, ma resta la consapevolezza di aver lottato alla pari per 38 minuti. Domenica dobbiamo pensare solo a battere Reggio Emilia e a salvarci con le nostre forze, senza sperare nelle sconfitte altrui».
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